Marco Morello
Ligabue fa di nuovo tappa a Roma dove lascerà un altro bel souvenir, questa volta dai colori del Gran Teatro di Tor di Quinto. Tra riflessi chiari e riflessi scuri, nellabbraccio del tendone bianco che ricopre la struttura, stasera i fan potranno scartare e godersi lultimo regalo in ordine di tempo dellinstancabile rocker di Correggio: la quarta parte del «Nome e cognome tour 2006». Dopo i club, i palasport e il bagno di folla degli stadi, Ligabue chiude in bellezza questa ennesima parentesi trionfale della sua carriera presentando una scaletta rinnovata e impreziosita da numerosi arrangiamenti acustici, che si adattano alla perfezione alla dimensione intima dei teatri. Una dimensione che a quanto pare gli calza a pennello, già ampiamente collaudata nel corso del 2003 con «Giro dItalia», un live in 100 date che ha toccato anche la Capitale e sulle note di Piccola stella senza cielo ha incantato per diversi giorni un Ambra Jovinelli perennemente esaurito. Ora il cerchio sembra destinato a chiudersi: prima di prendersi un nuovo periodo di pausa, il rocker emiliano ha deciso di congedarsi con un concerto in due tempi riservato a platee più ridotte.
Ad accompagnarlo uneccellente formazione di musicisti composta da Mauro Pagani e Mel Previte alla chitarra e al sax, Antonio «Rigo» Righetti al basso e al contrabbasso, Robby «Sanchez» Pellati alla batteria e Josè Fiorilli alle tastiere.
Durante lo spettacolo Ligabue leggerà anche alcune delle 77 poesie da lui scritte e inserite nella raccolta Lettere damore nel frigo, edita da Einaudi. Un altro modo di raccontare storie ed emozioni, persone e personaggi, che il pubblico ha subito accolto con grande favore. In più il libro sarà presentato proprio dal cantautore questa mattina alle ore 11 nellaula magna del Rettorato delluniversità La Sapienza, nellambito di un ciclo di incontri organizzato dalla facoltà di Scienze della Comunicazione.
Una delle poesie contenute nella raccolta, infine, sembra poter riassumere alla perfezione il modo di essere del rocker: «Non te la caverai con poco - recitano alcuni versi - non te la caverai con dedizione quanto basta, risate quanto basta, sorprese quanto basta, respiri appena appena». Perché il dottor Luciano Ligabue, divenuto tale da quando nel 2004 luniversità di Teramo gli conferì la laurea honoris causa, è uno che non si risparmia mai, capace di spaziare dal cinema alla poesia, dalla musica alla narrativa.
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