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Polanski verso la libertà su cauzione Ma si oppone all'estradizione in Usa

Il regista, fermato ieri su richiesta degli Usa, potrebbe essere rimesso in libertà su cauzione. Il ministero di Giustizia: "Non lasci il Paese"

Polanski verso la libertà su cauzione 
Ma si oppone all'estradizione in Usa

Zurigo - Il regista franco-polacco Roman Polanski, arrestato sabato sera a Zurigo, ha rifiutato la domanda d’estradizione degli Stati Uniti. Il legale Hervè Temime afferma che chiederà la liberazione del suo assistito. Tuttavia Guido Balmer, portavoce del ministero della Giustizia svizzero, ha fatto sapere che il regista franco-polacco potrà essere liberato dietro pagamento di cauzione sebbene non potrà lasciare il Paese.

Il mandato e l'arresto Il regista franco polacco, 76 anni, è stato fermato ieri, dopo essere entrato in Svizzera, in seguito a un mandato d’arresto spiccato dagli Stati Uniti nel 1978 per aver avuto rapporti sessuali con una tredicenne. Il regista, che doveva ricevere un premio alla carriera al Zurich Film Festival, vive in esilio in Europa da 30 anni. Secondo la legge elvetica, Polanski, che oggi ha incaricato della sua difesa l’avvocato elvetico Lorenz Erni dello studio Eschmann & Erni di Zurigo, ha dieci giorni di tempo per presentare ricorso contro il suo arresto al tribunale penale federale di Bellinzona e chiedere la liberazione su cauzione. Da Parigi, il capo della diplomazia francese, Bernard Kouchner, ha confermato di aver scritto al segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, per sollecitare la clemenza di Washington verso Polanski.

Tornare in libertà  L'avvocato di Polanski ha fatto sapere che il suo assistito si è opposto all'estradizione: "E’ combattivo e determinato a difendersi". "Abbiamo iniziato chiedendo il suo rilascio, che dovrebbe essere attuato oggi stesso - ha detto l'avvocato - non ci sono ragioni di legge o riguardanti i fatti per tenere Roman Polanski in prigione un solo giorno". Della scarcerazione ha parlato anche il ministro francese che fa sapere che il tribunale federale elvetico potrebbe "accettare di liberarlo dietro il pagamento di una cauzione". "In caso contrario continueremo la nostra azione", ha aggiunto il ministro transalpino. Dalla Polonia, il regista Andrzej Wajda, Oscar alla carriera nel 2000, e altri registi polacchi hanno lanciato un appello agli Stati Uniti, alla Svizzera e alla Polonia per ottenere la liberazione di Polanski. In una lettera diffusa sul sito internet dell’associazione registi polacchi i firmatari chiedono l’immediata scarcerazione del cineasta e la revisione delle accuse di 31 anni fa.

Le accuse di pedofilia Polanski, regista di film celebri come Rosemary’s baby, Chinatown, Il pianista per citarne solo alcuni, nel 1977, a Los Angeles, ebbe rapporti sessuali con una tredicenne, Samantha Geimer. La ragazzina lo accusò di averla drogata nella casa di Jack Nicholson (l’attore non era presente). Arrestato, Polanski si dichiarò colpevole di rapporti fuori legge con una minorenne e fu mandato in prigione per 42 giorni. Gli avvocati delle due parti giunsero a un patteggiamento che avrebbe dovuto limitare a quel mese e mezzo la pena carceraria ma il giudice (che nel frattempo morì) cambiò idea e decise di proseguire il caso.

Polanski nel 1978 fuggì dagli Stati Uniti.

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