Il 17 novembre i grandi protagonisti dell’impresa e dell’innovazione a confronto in una mattinata di interviste e dibattiti alla Fondazione Feltrinelli. La rivoluzione dei trasporti è iniziata: il Giornale, in collaborazione con il settimanale economico Moneta, approfondirà un epocale cambiamento attraverso le voci dei suoi protagonisti e dei visionari che lavorano al futuro. A raccontare le metropoli del futuro sarà lo studioso e divulgatore scientifico Emilio Cozzi in colloquio con il nostro giornalista Vittorio Macioce. L'evento è ad accesso libero fino ad esaurimento posti previa iscrizione al link: https://shorturl.at/L2p3v.
“Camminare tra le stelle” non è un libro di astronautica, ma un libro di sogni. Racconta lo spazio, certo, ma come si racconta una montagna da scalare o un mare da attraversare: come una sfida antica, un gesto umano che non si misura con le leggi della fisica ma con quelle del coraggio. Luca Parmitano lo scrive insieme a Emilio Cozzi e lo fa come si scriverebbe una lettera a un ragazzo curioso, a qualcuno che guarda il cielo e si chiede cosa ci sia oltre. È un libro che parla con la voce dell’infanzia, quella che non ha ancora imparato a credere ai limiti.
Parmitano non si presenta come un eroe, ma come un uomo che ha voluto capire. Si muove nel racconto come se tornasse indietro, alla prima volta in cui ha alzato lo sguardo. Dice: “Sono solo. Sospeso sopra il blu del cielo.” È una frase che potrebbe aprire un romanzo, e in un certo senso lo è. Lo spazio non è una destinazione, ma una domanda. È l’eco di un’assenza: chi siamo quando ci stacchiamo dalla Terra, e quanto di noi rimane giù, tra le cose che amiamo.
Il libro è costruito come un viaggio in cinque tappe, un racconto che intreccia avventura e memoria. Parmitano guida i lettori dentro la quotidianità di un astronauta, ma senza mai dimenticare il respiro poetico dell’impresa. Non c’è retorica né eroismo, solo la voce limpida di chi ha toccato il silenzio assoluto e ne è tornato più umano. Il suo spazio è fatto di domande: perché andiamo lassù, perché insistiamo a guardare oltre, quando tutto ci spinge a restare? È la stessa inquietudine che spinge gli esploratori, gli artisti, i poeti: la necessità di vedere da un’altra prospettiva.
Cozzi, giornalista e divulgatore, accompagna la narrazione con un ritmo leggero, senza mai scivolare nella semplificazione. Traduce in curiosità quello che per molti resta mistero tecnico. È come se facesse da ponte tra la scienza e la meraviglia. La scrittura si apre, si fa dialogo, come un’orbita che riporta ogni volta alla Terra. Ogni dettaglio tecnico diventa racconto: l’attracco alla Stazione Spaziale, le ore sospese durante le attività extraveicolari, la sensazione di guardare il mondo da 400 chilometri di distanza. Eppure, in quell’immensità, Parmitano cerca sempre l’umano: il battito del cuore, la paura, la nostalgia, il bisogno di sentirsi parte di qualcosa di più grande.
C’è un tono quasi musicale in certe pagine. L’eco di un diario, la calma di chi sa che l’universo non ha bisogno di essere spiegato, ma ascoltato. Lo spazio non è solo scienza, è anche stupore. È l’idea che andare lontano serva a ritrovare se stessi. “Camminare tra le stelle” diventa così una metafora della vita: ognuno ha la propria orbita, i propri vuoti, le proprie discese nell’ombra. Ma ogni volta si può tornare, come una navicella che rientra, bruciando, nell’atmosfera.
Parmitano ricorda i momenti più intensi del suo viaggio: la prima volta che ha visto sorgere il sole sopra la curva del pianeta, la voce che gli arriva nelle cuffie da milioni di chilometri, il silenzio che abita tra le stelle. In quelle righe si percepisce la fragilità dell’uomo davanti al cosmo, ma anche la sua grandezza. Lo spazio diventa una scuola di umiltà. Chi guarda la Terra da lassù capisce quanto sia sottile la linea che ci separa dal vuoto, quanto siano precarie le cose che crediamo eterne.
È un libro pensato per i ragazzi, ma parla a tutti. Parla a chi ha smesso di sognare e a chi non ha ancora imparato a farlo. Insegna che la curiosità è la forma più alta del coraggio e che la conoscenza nasce sempre da un rischio. Ogni passo nello spazio è un passo dentro noi stessi. Parmitano, con la sua voce calma e disarmante, ci ricorda che esplorare non è un privilegio ma un dovere, perché “chi va lontano lo fa anche per chi resta”.
Alla fine, tra le righe, resta l’idea che lo spazio sia un’estensione dell’animo umano: il luogo dove si proiettano le nostre speranze, le nostre paure, la nostra sete di infinito.
“Camminare tra le stelle” è un libro che non parla solo di orbite e stazioni, ma di desiderio e fiducia. È un invito a guardare in alto, anche quando tutto sembra spingerci verso il basso.E forse è proprio questo il segreto del volo: credere che l’universo non sia altro che il riflesso della nostra voglia di esistere.