
Il Centro Studi Confindustria (CsC) dipinge un quadro contrastante per l’economia italiana nel suo ultimo Congiuntura Flash. Se da un lato il taglio dei tassi Bce e il recupero del credito offrono spiragli, dall’altro l’aumento dei dazi, la crisi energetica e il deterioramento della fiducia minacciano la tenuta di consumi e investimenti.
Lo choc energetico e i dazi: un mix pericoloso
L’escalation del conflitto Israele-Iran ha fatto impennare il prezzo del petrolio (77 dollari/barile il 20 giugno, +22% rispetto a maggio), invertendo la tendenza al ribasso dei primi mesi del 2025. Anche il gas europeo (Ttf) è tornato a salire (40 euro/MWh, +18% da maggio). Questo rincaro rischia di erodere i margini delle imprese, già sotto pressione per i dazi sull’export, che hanno colpito soprattutto la Cina (-34,5% verso gli Usa a maggio) e, indirettamente, l’Italia (-2,8% export aprile, con crollo extra-Ue).
Industria e servizi: due mondi divergenti
- Industria: La produzione è cresciuta dell’1% ad aprile, ma i livelli restano bassi dopo il calo del 2023-24. Il Pmi (49,2) segnala contrazione, e la fiducia delle imprese fatica a riprendersi.
- Servizi: Ripartenza a maggio (Pmi a 53,2), trainata da turismo (+4,1% spesa stranieri) e fatturati in crescita. Tuttavia, il comparto è fragile: l’incertezza geopolitica e il caro-energia potrebbero frenare la ripresa.
Credito e investimenti: luci e ombre
Il taglio dei tassi Bce ha ridotto il costo del credito (3,8%, -1,5% annuo), favorendo le famiglie (+1,3% prestiti). Per le imprese, però, il quadro è ambiguo: se il credito mostra segnali di recupero (-0,8% vs -1,1% a marzo), gli investimenti previsti per il Q2 sono in frenata, con ordini di beni strumentali in calo e fiducia ai minimi.
Consumi: la tempesta perfetta
La fiducia dei consumatori è in calo per il terzo mese consecutivo, riflettendosi su vendite al dettaglio (+0,5% aprile) e immatricolazioni auto (-0,1% a maggio). L’occupazione stabile non basta a compensare l’erosione del potere d’acquisto, mentre l’inflazione energetica potrebbe aggravare la situazione.
Scenario globale: eurozona in affanno, Usa e Cina divise
- Eurozona: Produzione industriale in picchiata (-2,4% aprile), con Germania e Francia in difficoltà.
- Usa: Pil rivisto al ribasso (-0,2% Q1), ma Pmi manifatturieri ancora espansivi.
- Cina: Colpita dai dazi Usa (PMI a 48,3), con export in rallentamento (+4,8% maggio).
Rischi in agguato
Il CsC sottolinea che la stabilizzazione del comparto industriale italiano è a rischio nonostante i segnali incoraggianti di aprile.
La combinazione di dazi, prezzi energetici e incertezza geopolitica potrebbe frenare la timida ripresa, soprattutto se la Bce dovesse rallentare il taglio dei tassi. Per l’Italia, la sfida sarà sostenere l’export (ancora +3,2% nei primi 4 mesi del 2025) e proteggere i margini industriali, mentre i servizi restano l’unico motore affidabile.