Tonfo del titolo Azimut dopo i rilievi di Banca d’Italia sulla governance. Il titolo del gruppo finanziario fondato e presieduto da Pietro Giuliani ( in foto ) ieri mattina non è riuscito a fare prezzo in avvio di seduta aprendo con un teorico -9% per poi archiviare la giornata in calo del 10% a 32,59 euro. Il motivo dell’improvvisa ondata di vendite? Nella notte di giovedì è stata diffusa una nota, su richiesta della Consob, per spiegare meglio al mercato, come integrazione a quanto comunicato il 6 novembre, i rilievi dell’ispezione fatta da Bankitalia a proposito del progetto della nuova banca digitale Tnb annunciato l’anno scorso con Fsi. I controlli, avvenuti tra marzo e giugno, hanno riscontrato «un quadro connotato da rilevanti carenze di governance e organizzative» nella controllata Azimut Capital Management e «una situazione aziendale inidonea a sostenere la partecipazione della sgr a operazioni su gestione del risparmio», come fusioni, scissioni, cessioni di rami d’azienda. Quindi Bankitalia ha chiesto ad Azimut di avviare «con tempestività un’incisiva azione di rimedio volta a rimuovere le carenze riscontrate e a definire un assetto di governo e di controllo compatibile con la complessità operativa dell'intermediario e del gruppo». L’effettivo superamento di queste criticità, si legge nella nota, «non è un presupposto sufficiente per determinare un esito positivo» degli eventuali procedimenti connessi al progetto, che saranno valutati nei tempi e nei modi previsti dalla normativa.
Il presidente Giuliani ha risposto definendo l’impatto sul titolo Azimut «inaspettato e irrazionale. Per questo a titolo personale ho già dato disposizioni di incrementare il mio investimento in azioni Azimut per alcuni milioni di euro da qui ai prossimi giorni». Poi ha assicurato che non sono in discussione dividendo e buyback, né tantomeno il progetto Tnb: «Preferiremmo che ci fosse consentito in tempi ragionevoli di ottenere la licenza in Italia, ma se ciò non fosse possibile esistono altri Paesi, ad esempio la Svizzera dove già operiamo». Nei 22 anni di vita di Azimut, ha aggiunto Giuliani, «abbiamo restituito agli azionisti più di 21 volte il capitale investito mentre i nostri clienti in trent’anni hanno ottenuto più del 30% di performance netta».
Già ad aprile in occasione dell’assemblea per il rinnovo del board, Assogestioni e il proxy advisor Glass Lewis avevano avanzato rilievi sulla governance della società.
I gestori – che nel capitale di Azimut hanno l’1,7% – avevano presentato un elenco di 4 candidati (che poi non era passato) con capolista l’ex comandante della Guardia di Finanza e vicedirettore dell’Aisi, Vincenzo Delle Femmine.