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L’IA di Google nel mirino Ue: "Uso sleale di contenuti editoriali"

Si sospetta un abuso di posizione dominante. Il colosso respinge gli addebiti. Tensioni con Washington

L’IA di Google nel mirino Ue: "Uso sleale di contenuti editoriali"
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Una nuova indagine di Bruxelles su Google mette nel mirino l'utilizzo dei contenuti online degli editori. E alza la tensione con gli Stati Uniti e le big tech. Così, dopo lo scontro a tutto campo degli ultimi giorni con Elon Musk e la sua X, la Commissione europea ora punta il dito su Mountain View, sospettando che per alimentare e addestrare i suoi servizi di intelligenza artificiale AI Overviews e AI Mode, abbia usato i contenuti di editori e creator, dai siti di informazione ai video di YouTube. L'istruttoria Antitrust seguirà un iter accelerato: se i sospetti fossero confermati, si configurerebbe un abuso di posizione dominante per piegare a proprio vantaggio un mercato dell'IA a discapito della pluralità dell'informazione.

«Una società libera e democratica si fonda su media diversificati, libero accesso all'informazione e un panorama creativo dinamico. Questi valori sono centrali per la nostra identità di europei», ha osservato la vicepresidente dell'esecutivo Ue, Teresa Ribera (in foto) aggiungendo che «Google potrebbe abusare della sua posizione dominante come motore di ricerca per imporre condizioni commerciali inique agli editori, utilizzando i loro contenuti online per fornire i propri servizi basati sull'intelligenza artificiale». L'IA «porta innovazioni straordinarie, ma il progresso ammonisce Ribera - non può avvenire a scapito dei principi che tengono insieme le nostre società».

Immediata la risposta della major californiana guidata da Sundar Pichai. Un'indagine del genere «rischia di ostacolare l'innovazione in un mercato sempre più competitivo», replica Mountain View. Gli europei meritano «le tecnologie più avanzate», e Google continua a lavorare «a stretto contatto con il settore dell'informazione e quello creativo» per accompagnare tutti nella transizione verso l'era dell'IA.

La partita è tutta aperta ma anche l'Independent Publishers Alliance, il Movement for an Open Web, tra i cui membri figurano inserzionisti e editori digitali, e l'organizzazione no-profit britannica Foxglove hanno criticato Google. «Ha infranto l'accordo su cui si fonda Internet. L'accordo prevedeva che i siti web sarebbero stati indicizzati, recuperati e mostrati quando pertinenti a una ricerca», ha affermato l'avvocato Tim Cowen, consulente dei gruppi. «Ora mette al primo posto il suo sistema IA, Gemini, e aggiunge la beffa al danno sfruttando il contenuto del sito web per addestrare Gemini, il gemello malvagio di Search», ha aggiunto Cowen.

Fatto sta che i rapporti tra Bruxelles e Washington sono sempre più tesi.

Anche la politica anti spam di Google è nel mirino dell'Ue e la scorsa settimana, poi, la Commissione europea ha avviato una indagine sui piani di Meta di bloccare i concorrenti dell'intelligenza artificiale dal suo sistema di messaggistica WhatsApp.

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