Le società che noleggiano auto dovranno acquistare solo veicoli elettrici

È il piano che la Commissione Ue starebbe approntando per portarlo in discussione all'Europarlamento e al Consiglio europeo in autunno. Da quando scatterebbe l'obbligo

Le società che noleggiano auto dovranno acquistare solo veicoli elettrici
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Dal prossimo 2030, praticamente «domani», le flotte aziendali e le società che noleggiano auto dovranno acquistare solo veicoli elettrici. È il piano che la Commissione Ue starebbe approntando per portarlo in discussione all'Europarlamento e al Consiglio europeo in autunno. A riferire questa mossa a sorpresa di Ursula von der Leyen è il quotidiano tedesco Bild am Sonntag. La presidente della Commissione, dunque, da una parte «riconosce» l’importanza della neutralità tecnologica, che contempla l’utilizzo di tutte le alimentazioni green disponibili, mentre dall’altra, viste le difficoltà oggettive relative all'imposizione del solo «tutto elettrico» dal 2035, tenterebbe ora la via di mezzo per assecondare quella parte politica di Bruxelles che non vuole mollare la presa, nonostante tutti i gravi problemi che il diktat ha causato al sistema automotive europeo.

Secondo la Commissione già entro il 2027 almeno il 75% delle flotte aziendali avrebbero dovuto essere solo a batteria, per poi arrivare al 100% tre anni dopo. Pura illusione, alla luce della realtà dei fatti e degli orientamenti del mercato.

Infrastrutture insufficienti soprattutto se si guarda a quelle ad alta velocità di ricarica elettrica, indispensabili, listini sempre elevati dell’offerta e scarsa disponibilità di veicoli commerciali con alimentazione a zero emissioni (allo scarico), oltre all’apatia generale del mercato: questi i nodi tuttora presenti.

L’iniziativa allo studio viene bocciata da Aniasa, l’Associazione italiana industria dell'autonoleggio, della sharing mobility e dell’automotive digital, al cui vertice siede Alberto Viano. In una nota, riferendosi al possibile divieto dal 2030 di immatricolare vetture endotermiche e ibride per le flotte aziendali e le società di noleggio, Aniasa «esprime la più totale contrarietà». «Costringendo a noleggiare esclusivamente vetture elettriche - la replica dell’associazione - non si favorisce la transizione ecologica, né la riduzione delle emissioni di CO2, ma si spinge aziende e privati a mantenere più a lungo le proprie auto, rallentando l’immissione sul mercato di mezzi più sostenibili e sicuri. Senza contare che, prevedendo un obbligo anticipato al tutto elettrico per il solo settore delle flotte aziendali, si creerebbe una grave distorsione sul mercato tra soggetti privati e aziendali, con il rischio di un radicale cambiamento nelle modalità di approvvigionamento dei veicoli che determinerebbe un ulteriore peggioramento delle condizioni del settore dell’auto, in generale, e dell’industria automobilistica europea, in particolare».

Protesta anche la politica. Markus Ferber, eurodeputato della Csu tedesca, avrebbe già chiesto alla presidente von der Leyen di rinunciare al progetto. Contrario anche il ministero dei Trasporti di Berlino: «Respingiamo fermamente questa ipotesi e abbiamo comunicato la nostra posizione negativa anche alle compagnie di autonoleggio». Sulla stessa linea è la Vda, l’Associazione tedesca dei costruttori: «Sono necessari miglioramenti delle condizioni quadro. Fissare obiettivi è una cosa, consentirne il raggiungimento è un’altra. Ed è qui che l’Ue ha ora un dovere». No, tra gli altri diretti interessati, anche da Richard Knubben (Leaseurope) e Nico Gabriel (Sixt).

In attesa che alla fine di settembre si conoscano i risultati della consultazione che Ursula von der Leyen ha lanciato sulla revisione delle normative capestro del green deal legato all’auto e delle verifiche annunciate che saranno fatte a inizio 2026, l’impressione è che la presidente, scampata alla mozione di sfiducia sul caso Pfizer, sia ora sotto scacco da parte della componenti ambientaliste e delle potenti lobby

europee, preoccupate dal vento ora contrario rispetto a quanto era stato deciso dal precedente esecutivo, con il compiacimento di buona parte delle case automobilistiche, le stesse che ora hanno ingranato la retromarcia.

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