Politica economica

Manovra, giro di vite sul reddito: ecco cosa cambia e da quando

Il governo avrebbe scelto una soluzione soft per i beneficiari del reddito considerati occupabili. Ci sarà un "periodo ponte" prima dello stop al sussidio

Manovra, giro di vite sul reddito: ecco cosa cambia e da quando

Stop al reddito di cittadinanza per gli occupabili, ma non subito. La stretta da parte del governo ci sarà, ma nel 2024.

L'esecutivo, dunque, si prende del tempo, un "anno cuscinetto", che servirà a trovare un posto di lavoro a tutti quei beneficiari del sussidio grillino considerati lavoratori occupabili. Si pensa a degli appositi corsi di formazione obbligatori che serviranno a instradare tutte quelle persone che in questo momento stanno beneficiando del reddito di cittadinanza ma che in futuro non rientreranno più nella categoria destinana agli aiuti.

Questa, in sostanza, la decisione presa dall'esecutivo. Invece di entrare a gamba tesa, la scelta è quella di procedere con un'uscita soft, così da non destabilizzare quei cittadini che attualmente percepiscono il reddito ma che vengono considerati come "occupabili".

La data di interruzione del sussidio, dunque, è quella del 31 dicembre 2023. Dal primo di gennaio 2024, inoltre, sarà abrogato il reddito di cittadinanza per tutti -occupabili e non- e sostituito 'tout court' da una nuova riforma, "perché serve un cambiamento a 360 gradi".

Prevale la linea del ministro Calderone

Inzialmente si era diffusa la voce di uno stop immediato, a partire dal primo gennaio 2023. Procedere in tal senso avrebbe consentito al governo Meloni, le cui idee sul reddito di cittadinanza sono sempre state molto chiare, di risparmiare ben 1,8 miliardi. Denaro che avrebbe potuto essere investito altrove. Alla fine però, secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, è prevalsa la linea suggerita dal ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, che ha proposto una soluzione ponte.

Una soluzione, dunque, che potrebbe mediare e placare i recenti malumori. Sul reddito di cittadinanza il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte è infatti sul piede di guerra. “L'ossessione di Giorgia Meloni è smantellare il Reddito di cittadinanza, ma il Reddito non è stato pensato come strumento per favorire un mero assistenzialismo”, ha commentato recentemente, come riportato da Italia Oggi. “Aggredire oggi gli 'occupabili', trattandoli come agnelli sacrificali, significa non comprendere che sono proprio loro le persone che invece dovremmo aiutare”, ha aggiunto.

Raggiunto all'entrata di Palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari ha confermato che ci sarà "un anno transitorio, nell'arco del 2023 chi è in grado di lavorare avrà diritto a meno periodo di copertura. Si porterà da 12 a 8 mesi. Dal 2024 rivedremo l'intero sistema lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi è in grado di lavorare".

Sempre sul tema lavoro e rdc, il governo sta pensando a una decontribuzione fino ad un massimo di 6mila euro per le aziende che intendono assumere, a tempo indeterminato, giovani under 36 con già un contratto a tempo determinato.

Lo stesso sgravio verrà applicato anche per i percettori del sussidio grillino.

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