Il processo segreto al giornalista Usa. Perché è l'asso nella manica di Putin

Il giornalista del Wall Street Journal era stato fermato in un ristorante a Ekaterinburg dai servizi segreti russi lo scorso anno. Rischia fino a 20 anni in una colonia penale

Il processo segreto al giornalista Usa. Perché è l'asso nella manica di Putin

Il prossimo 13 agosto in Russia si terrà l'udienza del processo al giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, arrestato il 29 marzo del 2023 a Ekaterinburg con l'accusa di spionaggio. A riferirlo, i funzionari del relativo tribunale russo: il processo, a porte chiuse, si è aperto oggi a Ekaterinburg. I giornalisti sono stati ammessi in aula per pochi minuti prima che il procedimento venisse chiuso. Secondo l'ambasciata americano, sono stati ammessi brevemente in tribunale anche due funzionari consolari dell'ambasciata statunitense a Mosca.

Il no comment del Cremlino e la solidarietà dei colleghi per Gershkovich

Immediata la solidarietà dei colleghi in patria: "Oggi il nostro collega Evan Gershkovich ha affrontato il vergognoso e illegittimo procedimento del regime russo contro di lui. È sconcertante vederlo in un'altra aula di tribunale per un processo farsa tenutosi in segreto e basato su accuse inventate". Lo hanno dichiarato in una nota Almar Latour, ceo di Dow Jones ed editor del Wall Street Journal, ed Emma Tucker, caporedattore del quotidiano statunitense. "Anche se ci viene detto che sta bene date le circostanze, l'ingiusta detenzione di Evan continua a essere un attacco devastante alla sua libertà e al suo lavoro e un attacco insondabile alla libertà di stampa", hanno affermato i vertici del Wsj.

Il Cremlino si è rifiutato di commentare le voci su un possibile accordo per uno scambio di prigionieri con gli Stati Uniti che coinvolga Gershkovich. Sulla vicenda è intervenuto soltanto, lapidario, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripreso dalla Tass. La questione dello scambio di prigionieri, per Peskov, "ama il silenzio", quindi è impossibile parlare di segnali per un possibile trasferimento del giornalista negli Stati Uniti. Peskov ha ribadito che è necessario attendere la decisione della corte sul caso del giornalista. "Ora, come prima, non possiamo parlare di alcun segnale. Possiamo solo ripetere che questo argomento ama il silenzio", ha sottolineato Peskov, sottolineando che "questo argomento è molto di risonanza negli Stati Uniti, ma non è così di risonanza nel nostro Paese", quasi a sminuire l'eco mediatica del caso.

Cosa rischia Gershkovich

Il corrispondente del Wall Street Journal è il primo giornalista occidentale a essere arrestato per spionaggio in Russia dai tempi della Guerra Fredda: figlio di ebrei russi (saranno le sue ascendenze a fargli da credenziali) venne fermato nel marzo 2023 durante un viaggio per un reportage su Ekaterinburg, il processo è cominciato oggi dopo 15 mesi di detenzione. I pubblici ministeri russi hanno accusato Gershkovich di essere al soldo della Cia e di "raccogliere informazioni segrete" sul principale produttore di carri armati del Paese negli Urali - affermazioni che secondo Washington sono totalmente inventate. Il Cremlino non ha fornito alcuna prova pubblica per le accuse, affermando solo che è stato colto "con le mani nel sacco". Se condannato, Gershkovich potrebbe rischiare fino a 20 anni in una colonia penale. Il trentaduenne ha trascorso quasi 15 mesi nella prigione Lefortovo di Mosca dopo il suo arresto.

Gershkovich avrebbe dovuto occuparsi della Brigata Wagner, e soprattutto ai metodi di arruolamento della compagnia guidata da Evgenij Prigozhin, che in quei giorni era balzato agli onori della cronaca per le levate di testa del suo capo contro i vertici russi. Il giornalista si era recato a Nizhnij Tagil, nella regione di Ekaterinburg, presso la sede principale della Uralvagonzavod, una delle più grosse aziende per la produzione di armamenti. Ed è proprio quel reportage che lo avrebbe messo nei guai con l’accusa di raccogliere informazioni segrete sulla produzione e riparazione di armamenti e carri armati, dopo essere stato messo sul libro paga della Cia. Secondo la versione dell’Fsb, il reporter stava indagando su un importante azienda dell’industria militare russa.

Il rifiuto della cauzione e le voci sullo scambio con Krasikov

Nel settembre del 2023 si era vociferato di uno scambio di prigionieri che avrebbe coinvolto il famigerato Vadim Krasikov, il killer che cinque anni fa assassinò in un parco di Berlino un capo ribelle ceceno che rifugiatosi in Germania. In cambio, Mosca avrebbe potuto rilasciare Gershkovich, arrestato sei mesi prima. Nello stesso periodo si era vociferato di un eventuale scambio di prigionieri eccellenti che avrebbe coinvolto perfino Aleksei Navalny e l'ex marine Usa Paul Whelan, anch'egli presunta spia. Joe Biden, all'epoca dei fatti, si era detto anche disposto a uno scambio per salvare Gershkovich, senza però mai citare Krasikov.

Dopo circa un mese di carcere, nell'aprile dello scorso anno era stata presentata una richiesta di scarcerazione da parte dei suoi legali, che, tuttavia, era stata rigettata. Il team legale del giornalista aveva spiegato di aver proposto al tribunale una cauzione di circa 612.000 dollari.

Dow Jones, il proprietario del Wsj, aveva fornito una lettera di garanzia, ma a nulla era valso il suo tentativo.Gershkovich è, infatti, uno dei tanti assi nell manica attraverso cui Mosca può contrattare con l'Occidente da una posizione di forza. E c'è da scommettere: il processo non sarà tanto breve,

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