Politica estera

Gli arabi voltano le spalle a Biden: perché ora rischia la rielezione

Nel Michigan, uno degli Stati chiave per la corsa alla Casa Bianca, abitano circa 300mila arabo-americani. Questo importante bacino di voti per i democratici ha espresso la sua contrarietà alla linea adottata da Biden in Medio Oriente

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Il sostegno incondizionato a Israele potrebbe costare a Joe Biden la corsa alla Casa Bianca. Il proseguimento del conflitto sta facendo aumentare il malcontento della comunità arabo-americana, importante bacino di voti per i democratici, e il presidente rischia di perdere il Michigan, uno dei cosiddetti Stati chiave dove abitano circa 300mila persone con origini mediorientali o nordafricane.

Non a caso, durante la sua recente visita nella terra dei Grandi Laghi l’attuale leader di Washington ha evitato qualsiasi interazione con la comunità arabo-americana locale e si è limitato ad un incontro con il sindacato dell’automotive (Uaw) e ad un evento in un ristorante di proprietà di afroamericani. I capi locali del Partito democratico avevano chiesto a Biden di dedicare più tempo alla campagna elettorale nel loro Stato, ma nell’entourage del presidente serpeggiava il timore che la sua visita potesse essere oscurata da manifestazioni e proteste. Per questo motivo, lo staff ha mantenuto particolare riserbo sui suoi movimenti e non ha pubblicizzato il luogo dei suoi incontri. Il corteo presidenziale, inoltre, ha percorso strade secondarie per evitare i manifestanti. Vi sono state comunque contestazioni durante l’evento al ristorante. Alcune persone hanno scandito slogan come “Vergognati”, “Genocidio Joe” e “Quanti bambini hai ucciso oggi?”. Quest’ultimo ricorda molto i cori rivolti contro il presidente Lyndon Johnson durante la guerra in Vietnam. Nello Stato è partita anche la campagna “Abbandono Biden”, con l’obiettivo di convincere i membri della comunità arabo-americana a non votare per il leader di Washington a novembre.

Nel tentativo di spegnere le polemiche, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha dichiarato che membri di alto rango dell’amministrazione si recheranno in Michigan a febbraio per “per ascoltare direttamente i leader della comunità su una serie di questioni importanti per loro e le loro famiglie, compreso il conflitto a Gaza”. Julie Chavez Rodriguez, la responsabile della campagna elettorale di Biden, si è recata nello Stato una settimana prima della visita presidenziale ma i leader degli arabo-americani si sono rifiutati di incontrarla. Come notato dal Washington Post, i 15 voti del Michigan sono vitali per la rielezione e i democratici sono sempre più preoccupati che la linea adottata dal presidente per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente possa pregiudicarne la vittoria, considerando che essa è impopolare anche tra gli afroamericani e i giovani statunitensi.

Nel tentativo di recuperare, l'amministrazione ha annunciato proprio durante la visita del presidente nella terra dei Grandi Laghi l'ordine esecutivo che permetterà al governo americano di imporre sanzioni ai coloni israeliani colpevoli di violenze nei confronti degli abitanti palestinesi in Cisgiordania. Il presidente, inoltre, ha espresso il suo supporto alla soluzione dei due Stati come primo passo fondamentale del processo di pace. I sondaggi nazionali, comunque, non premiano l'attuale inquilino della Casa Bianca. La maggior parte delle rilevazioni, infatti, danno in vantaggio il suo avversario Donald Trump con un distacco compreso tra uno e sei punti.

In Michigan la situazione è ancora più grave per Biden, dato in svantaggio sia rispetto al tycoon, sia all'altra possibile candidata repubblicana Nikky Haley.

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