
Dopo l'investitura di Sane Takaichi come nuovo premier del Giappone, si amplia la platea di Paesi i cui governi sono guidati da una donna. Lo scorso 1° ottobre il parlamento dell'impero del Sol Levante con 237 sì su 465 alla prima votazione alla Camera bassa e 125 su 246 al secondo turno alla Camera alta ha dato la sua fiducia alla lady di ferro asiatica. Dal 2018 al 2025 le donne al potere sono cresciute in maniera costante, segnando un significativo aumento della rappresentanza femminile ai massimi livelli politici esecutivi. Arrivando a quota 15.

Europa e America prime a pari merito
Il vecchio continente segna un record positivo. Con cinque governi guidati da una donna. Kristrún Frostadóttir, dal 2024, è la prima ministra dell'Islanda. Da leader dell'Alleanza socialdemocratica ha vinto le elezioni del 30 novembre dell'anno scorso, riuscendo a formare un esecutivo insieme a liberali e popolari.
Rimanendo al nord, anche in Danimarca il premier è una lei. La socialista Mette Frederiksen è al vertice dal 2019, dopo un periodo da ministro è riuscita a diventare leader del suo partito ed entrare al Christiansborg Palace - il Palazzo Chigi danese - dalla porta principale.
Due dei tre governi delle repubbliche baltiche sono in rosa. Evika Siliņa - centrodestra - guida l'esecutivo lettone dal 2023, mentre Inga Ruginienė - socialista - è premier della Lituania dal 2025.
Dopo le elezioni del 2022 anche in Italia il governo è guidato da una donna. Giorgia Meloni diventa la prima donna dal 1948 a ricoprire la carica di presidente del Consiglio dei Ministri con un governo che oggi è attualmente il terzo più longevo, superato solo dal secondo e dal quarto governo Berlusconi.
Nel nuovo mondo le donne al comando sono quattro. In Messico il presidente - che è sia Capo di stato che di governo - è Claudia Sheinbaum Pardo. Eletta nel 2024 alla massima carica del Paese, in precedenza ha guidato Città del Messico (2018-2023). Esponente di MORENA, il partito della sinistra populista e nazionalista fondato dall'ex presidente Andreas Obrador.
Nel 2021 la repubblica di Honduras ha scelto Iris Xiomara Castro Sarmiento. Dopo il periodo da first lady, l'allora 61 enne ha deciso di candidarsi come presidente, vincendo le elezioni ed entrando in carica alla fine di gennaio 2022. Anche qui, come in Messico, il presidente è sia Capo del governo, che capo dello Stato.
Nelle isole di Trinidad e Tobago, l'ufficio di Primo Ministro è occupato da Kamla Persad-Bissessar. Già premier dal 2010 al 2015, dopo dieci anni di opposizione è tornata a guidare il paese. Alle elezioni generali del 2025 riesce a tornare al vertice con il suo partito: United National Congress, fazione socialdemocratica e progressista. Nota di colore, anche il Presidente della Repubblica è una donna. Dal 2023 Christine Kangaloo è il Capo del piccolo stato caraibico.
Anche il governo delle isole Barbados si tinge di rosa. Dal 2018 il primo ministro è Mia Mottley, leader del partito laburista. Da quest'anno il presidente - Capo del governo e dello Stato - del Suriname è Jennifer Geerlings-Simons, leader del Partito Democratico Nazionale.
L'estrema sinistra africana al femminile
Nel continente nero sono due i governi a guida femminile. Samia Suluhu Hassan - leader del Partito della Rivoluzione - è la presidente della Tanzania. Il Paese sotto il corno d'Africa è una repubblica presidenziale. Curiosa la presenza di un primo ministro che non ha autorità governativa, ma un'autorità di supervisione degli affari di governo scelta dal presidente stesso.
Nel 2025 la Namibia ha eletto come presidente Netumbo Nandi-Ndaitwah. Leader dello SWAPO, partito di estrema sinistra, guida sia il governo che lo stato, essendo il Paese retto da un ordinamento semi presidenziale, come la Francia per intenderci.
Il bis nel Pacifico
Le piccole Isole Marshall, grandi solo 181 km quadrati - pari alla
grandezza di Milano - hanno al loro vertice Hilda Heine. Esponente indipendente, è stata presidente della Repubblica dal 2016 al 2020 e poi rieletta nel 2024 dalla Nitijela, il parlamentino di soli 33 membri.