Babiš vince in Repubblica Ceca ma senza maggioranza. Le consultazioni nelle prossime ore

Durante la campagna elettorale, ha più volte criticato il sostegno militare di Praga all’Ucraina e si è mostrato scettico sull’aumento della spesa per la difesa previsto dalla Nato

Babiš vince in Repubblica Ceca ma senza maggioranza. Le consultazioni nelle prossime ore
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Con quasi il 34,85% dei voti, entrando in conferenza stampa sulle note della sua canzone preferita "Sarà perché ti amo" dei Ricchi e Poveri, Andrej Babiš vince in Repubblica Ceca. Sognava un governo monocolore, adesso deve accontentarsi di 81 seggi sui complessivi 200 del parlamento ceco.

Nonostante la vittoria, Babiš dovrà affrontare un complesso scenario politico: non dispone della maggioranza assoluta e dovrà cercare alleati. In conferenza stampa ha annunciato l’intenzione di “formare un governo monocolore guidato da ANO, ma avviare colloqui con gli Automobilisti e con la SPD”. Gli Automobilisti per se stessi, che siedono con ANO nello stesso gruppo al Parlamento europeo, hanno ottenuto quasi il 7% e 13 seggi: si oppongono alla “burocrazia ideologica di Bruxelles” e alle politiche climatiche e di genere, ma vogliono restare nell’UE e nella NATO, sostenendo una riforma delle istituzioni europee.

Più complesso l’eventuale accordo con i sovranisti di Libertà e Democrazia Diretta (SPD), che si sono fermati sotto l’8% (15 seggi) e che nel 2021 avevano sfiorato il 10%. Sebbene chiedano un referendum sull’uscita dall’UE e dalla NATO, Babiš ha escluso questa prospettiva, preferendo mantenere un profilo pragmatico. Resta possibile la nascita di un governo di minoranza con il sostegno esterno della SPD, ipotesi già confermata dal vicepresidente del partito, Radim Fiala.

Durante la campagna elettorale, Babiš ha più volte criticato il sostegno militare di Praga all’Ucraina e si è mostrato scettico sull’aumento della spesa per la difesa previsto dalla Nato, alimentando preoccupazioni in Occidente. Tuttavia, il presidente Petr Pavel, votando insieme alla moglie Eva nella regione di Ústí nad Labem, ha rassicurato che, anche in caso di vittoria dei populisti, la Repubblica Ceca resterà saldamente ancorata a Nato e Unione Europea. A proposito di un'eventuale vittoria, Babis ha escluso la cooperazione con qualsiasi partito attualmente al governo. Potenziali partner per Babis sarebbero invece la principale forza anti-immigrati, cioè il partito 'Libertà e democrazia diretta, che si attesta all'8,3%, e un gruppo di destra che si autodefinisce Motoristi, che si attesta al 7,1%, sostenuto dall'ex presidente euroscettico Vaclav Klaus e che ha promesso di respingere le politiche ambientali dell'Ue.

Babiš, ex primo ministro ceco e magnate, ha segnato un ritorno politico che potrebbe spostare la Repubblica Ceca su una rotta più vicina alle posizioni di Ungheria e Slovacchia e più distante dal sostegno attivo all’Ucraina. I due partiti di estrema destra vengono considerati possibili alleati di Babiš nella formazione di un governo di maggioranza, anche se l’ex premier ha dichiarato di preferire un esecutivo monocolore. In ogni caso, un suo ritorno al potere potrebbe ridisegnare la politica estera ceca: dopo due anni di forte impegno a sostegno di Kyiv — con invii di armi pesanti e partecipazione all’iniziativa europea per la fornitura di munizioni all’Ucraina — Praga potrebbe rallentare l’assistenza militare e allinearsi alle posizioni più ambigue di Budapest e Bratislava.

Babiš ha più volte messo in discussione l’aumento della spesa militare imposto dalla NATO e ha espresso scetticismo sulle sanzioni europee contro Mosca. Negli ultimi mesi, inoltre, ha rafforzato la sua collaborazione con il premier ungherese Viktor Orbán, con cui ha contribuito a creare nel Parlamento europeo una nuova alleanza sovranista, “Patriots for Europe”, in contrapposizione ai gruppi liberali. Pur avendo perso il potere nel 2021 dopo un mandato turbolento segnato dalla pandemia, il leader di Ano è riuscito a capitalizzare il malcontento verso l’attuale coalizione di centrodestra, presentandosi come alternativa populista “anti-establishment”.

Le consultazioni post-elettorali inizieranno nelle prossime ore: il presidente Petr Pavel incontrerà i leader dei partiti entrati in Parlamento per avviare il processo di formazione del nuovo governo, in un contesto politico frammentato ma decisivo per il futuro orientamento europeo della Repubblica Ceca.

Pavel ha definito la campagna elettorale “ricca di promesse ma povera di soluzioni concrete” e ha previsto negoziati complessi per la formazione del prossimo governo, sottolineando la crescente disillusione di una parte dell’elettorato verso i partiti di centrodestra attualmente al potere.

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