Andrej Babiš in testa in Repubblica Ceca ma senza maggioranza

Durante la campagna elettorale, Babiš ha più volte criticato il sostegno militare di Praga all’Ucraina e si è mostrato scettico sull’aumento della spesa per la difesa previsto dalla Nato

Andrej Babiš in testa in Repubblica Ceca ma senza maggioranza
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Dopo lo spoglio di circa due terzi dei seggi nella Repubblica Ceca, il movimento Ano dell’ex premier Andrej Babiš si conferma in testa con il 37,4% dei voti, pari a circa 86 seggi sui 200 della Camera, ma senza raggiungere la maggioranza assoluta.

Gli Automobilisti per se stessi si attestano al 7%, con una proiezione di 13 seggi, numeri insufficienti a garantire la formazione di un governo stabile anche in coalizione con Ano. Per ottenere la maggioranza, Babiš potrebbe essere costretto a cercare l’appoggio dell’estrema destra della Spd. Nel campo avversario, la coalizione Insieme, attualmente al governo, raccoglie il 21,2%, mentre i liberali di Stan ottengono il 10,7% e i Pirati il 7,9%. L’affluenza, inizialmente stimata in crescita, si stabilizza attorno al 68%, comunque superiore a quella del 2021.

Le proiezioni preliminari indicano che almeno sette partiti entreranno in Parlamento. L’affluenza definitiva, salita al 73,6%, rappresenta un significativo aumento rispetto al 65,4% di quattro anni fa. Secondo i sondaggi, il movimento di Babiš resta il favorito, con la possibilità di conquistare fino a un terzo dei voti totali.

Durante la campagna elettorale, Babiš ha più volte criticato il sostegno militare di Praga all’Ucraina e si è mostrato scettico sull’aumento della spesa per la difesa previsto dalla Nato, alimentando preoccupazioni in Occidente. Tuttavia, il presidente Petr Pavel, votando insieme alla moglie Eva nella regione di Ústí nad Labem, ha rassicurato che, anche in caso di vittoria dei populisti, la Repubblica Ceca resterà saldamente ancorata a Nato e Unione Europea. A proposito di un'eventuale vittoria, Babis ha escluso la cooperazione con qualsiasi partito attualmente al governo. Potenziali partner per Babis sarebbero invece la principale forza anti-immigrati, cioè il partito 'Libertà e democrazia diretta, che si attesta all'8,3%, e un gruppo di destra che si autodefinisce Motoristi, che si attesta al 7,1%, sostenuto dall'ex presidente euroscettico Vaclav Klaus e che ha promesso di respingere le politiche ambientali dell'Ue.

Pavel ha definito la campagna elettorale “ricca di promesse ma povera di soluzioni concrete” e ha previsto negoziati complessi per la formazione del prossimo governo, sottolineando la crescente disillusione di una parte dell’elettorato verso i partiti di centrodestra attualmente al potere.

Babiš, ex primo ministro ceco e magnate, ha segnato un ritorno politico che potrebbe spostare la Repubblica Ceca su una rotta più vicina alle posizioni di Ungheria e Slovacchia e più distante dal sostegno attivo all’Ucraina. I due partiti di estrema destra vengono considerati possibili alleati di Babiš nella formazione di un governo di maggioranza, anche se l’ex premier ha dichiarato di preferire un esecutivo monocolore. In ogni caso, un suo ritorno al potere potrebbe ridisegnare la politica estera ceca: dopo due anni di forte impegno a sostegno di Kyiv — con invii di armi pesanti e partecipazione all’iniziativa europea per la fornitura di munizioni all’Ucraina — Praga potrebbe rallentare l’assistenza militare e allinearsi alle posizioni più ambigue di Budapest e Bratislava.

Babiš ha più volte messo in discussione l’aumento della spesa militare imposto dalla NATO e ha espresso scetticismo sulle sanzioni europee contro Mosca. Negli ultimi mesi, inoltre, ha rafforzato la sua collaborazione con il premier ungherese Viktor Orbán, con cui ha contribuito a creare nel Parlamento europeo una nuova alleanza sovranista, “Patriots for Europe”, in contrapposizione ai gruppi liberali.

Pur avendo perso il potere nel 2021 dopo un mandato turbolento segnato dalla pandemia, il leader di Ano è riuscito a capitalizzare il malcontento verso l’attuale coalizione di centrodestra, presentandosi come alternativa populista “anti-establishment”.

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