
A Gaza City le forze israeliane si spingono verso il cuore della città e intensificano le operazioni.
Ieri è andato in frantumi un altro grattacielo, dopo i raid dell'Idf nel quartiere di Tel al-Hawa. Anche questa volta lo Stato ebraico ha ordinato poco prima l'evacuazione per le persone all'interno e nelle vicinanze di quell'edificio e di un'altra struttura. L'azione di Tel Aviv per prendere il controllo di Gaza City, dunque, va avanti. L'attacco, il secondo a colpire un grattacielo in altrettanti giorni, arriva mentre Israele cerca di fare pressione sulla popolazione civile di Gaza City, composta da un milione di persone, affinché abbandoni l'area e si trasferisca nelle cosiddette zone umanitarie nel Sud della Striscia.
Secondo l'Idf, agenti di Hamas avevano installato apparecchiature di sorveglianza e posti di osservazione nel grattacielo al-Susi abbattuto ieri, per monitorare i movimenti delle forze dello Stato ebraico, come nel caso della Mushtahi Tower distrutta il giorno prima. Tsahal ha precisato che il gruppo manteneva
infrastrutture sotterranee vicine al sito, utilizzate per dirigere le attività terroristiche. Hamas ha negato tali accuse e ha affermato che entrambi gli edifici erano residenziali. Non è chiaro se persone siano state uccise o ferite nell'attacco.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha condiviso un video che mostra la struttura di circa 15 piani che crolla al suolo in una nuvola di polvere e fumo. «Continuiamo» ha detto Katz nel post, dopo aver pubblicato il giorno prima un filmato della distruzione dell'altro grattacielo di Gaza City con la didascalia: «Stiamo iniziando».
Nel frattempo, fonti mediche nella Striscia controllata da Hamas, hanno riferito che almeno 21 persone sono state uccise in attacchi israeliani, di cui 13 a Gaza City, dall'alba di ieri. Mentre altre sei persone, tra cui un bambino, sono morte a causa della malnutrizione nelle ultime 24 ore, secondo Hamas.
Il piano di Israele prosegue con determinazione. Ieri mattina, l'Idf ha chiesto ai residenti di Gaza City di fuggire verso una nuova «zona umanitaria» a Sud, nell'area di al-Mawasi a Khan Yunis. «La zona umanitaria comprende infrastrutture essenziali come ospedali da campo, condotte idriche e impianti di desalinizzazione, insieme alla continua fornitura di cibo, tende, medicinali e attrezzature mediche all'area, coordinata da Cogat responsabile con la comunità internazionale»
fa sapere l'Idf. Ma Hamas ha invitato gli abitanti di Gaza a rimanere nelle loro «aree residenziali» e ha affermato che non ci sono zone sicure nel Sud di Gaza.
«Alcuni dicono che dovremmo evacuare, altri dicono che dovremmo restare» ha raccontato Abdel Nasser Mushtaha, 48 anni, residente nel quartiere Zeitoun della città, che ora si trova in una tenda nella zona di Rimal: «Ma ovunque a Gaza ci sono bombardamenti e morti. Nell'ultimo anno e mezzo, i raid peggiori che hanno causato massacri si sono verificati ad al-Mawasi, questa cosiddetta zona umanitaria».
Nel settembre 2024, un attacco militare israeliano ad al-Mawasi uccise almeno 19 persone.
Molte persone sono state sfollate più volte a causa delle operazioni militari dello Stato ebraico, attraversando Gaza in lungo e in largo mentre fuggivano da un'offensiva all'altra.
Intanto arriva anche il monito del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: «Se Hamas non
libera tutti gli ostaggi se la vedrà brutta». Tuttavia, a quanto risulta al tycoon, «alcuni potrebbero essere morti di recente. Sappiamo che almeno 30 persone sono morte e stiamo negoziando per farle uscire» ha aggiunto.