Politica estera

Lotta ai trafficanti e agli immigati irregolari: cosa prevede l'accordo tra Polonia e Repubblica Ceca

I due Paesi intendono limitare i flussi provenienti dalla rotta balcanica. Ira di Bratislava: "Serve una soluzione europea"

Lotta ai trafficanti e agli immigati irregolari: cosa prevede l'accordo tra Polonia e Repubblica Ceca

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Lotta ai trafficanti e agli immigati irregolari: cosa prevede l'accordo tra Polonia e Repubblica Ceca

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Il governo polacco ha deciso di ristabilire temporaneamente i controlli al confine con la Slovacchia, in accordo con la Repubblica Ceca. Lo ha annunciato martedì 3 ottobre il ministro degli Interni di Varsavia Mariusz Kamiński. Le procedure saranno attivate a mezzanotte e dureranno dieci giorni, con la possibilità di essere prolungate.

In sole due settimane abbiamo individuato e arrestato 551 migranti illegali”, ha detto il capo del dicastero polacco, secondo cui il problema necessita di una risoluzione da parte dell'Unione europea. Secondo i dati condivisi dal ministro, il numero dei migranti in Slovacchia è aumentato del 1.551%. Sono arrivati nello spazio comunitario tramite la rotta balcanica, con l’obiettivo di raggiungere la Germania e altri Paesi passando attraverso Polonia, Ungheria e Serbia. La maggior sono giovani uomini originari del Medio Oriente o dell’Afghanistan.

Questa misura è necessaria per contrastare in modo efficacie il traffico di esseri umani e i flussi illegali”, ha scritto in un post su X il ministro degli interni della Repubblica Ceca Vit Rakusan. “I controlli si svolgeranno in maniera casuale lungo tutto il confine con la Slovacchia, in modo da limitare il più possibile il traffico transfrontaliero e non rallentare inutilmente lo scorrimento dei veicoli”. Anche l'Austria ha seguito l'esempio dei dei due Paesi e ha deciso di introdurre controlli lungo la frontiera con i territori slovacchi. Anche in questo caso, la misura ha una durata prevista di dieci giorni, con possibilità di prolungamento.

Il governo di Bratislava ha criticato la decisione di Praga e Varsavia, con il primo ministro Ludovit Odor che ha chiesto una soluzione del problema a livello europeo. Polonia e Repubblica Ceca hanno stretto anche un accordo con la Germania per il pattugliamento congiunto dei propri confini, annunciato venerdì 29 settembre. L'obiettivo del patto è il potenziamento dei controlli nei territori dei tre Paesi attraverso la creazione di una task force sotto l'egida dell'Europol Empact.

L’aumento dei controlli ai confini tra Paesi dell’area Schengen, dove è possibile il passaggio senza bisogno di visti, ha generato diverse frizioni e ha resto la questione migratoria un punto centrale del dibattito politico, soprattutto nelle elezioni in Slovacchia e nella campagna elettorale in Polonia in vista del voto di ottobre. Già prima della sua vittoria, il neo-eletto leader di Bratislava Robert Fico aveva dichiarato che il controllo della frontiera con l’Ungheria sarebbe stato una priorità del suo esecutivo. I 655 chilometri di confine sono attualmente pattugliati da 500 soldati.

Le operazioni di controllo hanno portato all’arresto, nel corso del 2023, di 27mila immigrati irregolari, un numero nove volte superiore rispetto a quello dell’anno precedente.

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