Man mano che passano le ore dall’attentato a Robert Fico, qualcosa sembra non quadrare nelle ragioni fornite da Juraj Cintula, lo scrittore e attivista che ieri ha sparato al premier slovacco.
Le prime dichiarazioni dell'attentatore di Robert Fico
L'uomo, dal posto di polizia in cui era stato condotto, seduto, con le mani legate dietro la schiena, ieri aveva bofonchiato di aver agito perché in disaccordo con la politica del governo. Inizialmente l’uomo era stato collegato ai militanti del Partito progressista, il cui leader aveva immediatamente preso le distanze. Su Facebook, Michal Simecka, infatti, aveva messo in guardia "contro la diffusione di informazioni false sull'autore dell'omicidio. Neghiamo inequivocabilmente che fosse membro del nostro movimento. Non esiste alcun legame con il nostro partito o con i membri del nostro partito".
Cintula, si scoprirà poi essere l'autore di tre raccolte di poesie, ma anche di scritti satirici. Nel 2010 poi, il suo primo romanzo Posolstvo obete, mentre nel 2015 è stato autore di un saggio sul mondo rom: Efata. L'uomo, secondo il media slovacco Zenyvmeste, ha pubblicato nel 2016 un manifesto/documento contro la violenza (sic!) e desiderava fondare un Partito-movimento dedicato a questa causa. "La violenza è spesso una reazione delle persone, come forma di espressione di semplice insoddisfazione per lo stato delle cose. Cerchiamo di essere insoddisfatti, ma non violenti!", aveva scritto sui suoi social.
Chi sono gli adepti di Slovenski Branci
Ma qualcosa, già nella serata di ieri, 16 maggio, ha cominciato a non tornare. Almeno in apparenza. Come testimonia una foto su Facebook, Cintula, in passato, ha avuto contatti con il gruppo filorusso Slovenski Branci ("Coscritti slovacchi"), secondo quanto riferito dal giornalista investigativo ungherese Szabolcs Panyi. Il gruppo, di orientamento nazionalista è stato attivo per 10 anni, tra il 2012 e il 2022, quando ha improvvisamente interrotto la sua attività senza spiegazioni pubbliche.
Oggi, la loro pagina Facebook è ancora visibile, avendo conservato un vasto archivio fotografico nel quale sono ritratti uomini e donne in contesti di addestramento (non è chiaro a quale fine) e continui rimandi alla storia gloriosa slovacca. Dopo la scomparsa del gruppo, la pagina sembra essersi data alla diffusione di video hard tratti da filmetti di quart’ordine e video Tik Tok a luci rosse. Ma sono alcuni post del 2016, con tanto di didascalia a corredo, a inchiodare Cintula a quest’universo, ove sembrerebbe aver prestato servizio come social media manager o editor.
Le foto che inchiodano Cintula
In una foto in bianco e nero del 20 gennaio 2016, Cintula è ritratto-elegantissimo- e in posa ieratica, in quella che sembra in occasione ufficiale. Il post titola “Fiducia reciproca” e Cintula sostiene come la militarizzazione del mondo è la prova della sfiducia tra gli Stati e della loro capacità declinata di creare qualità di vita, comprendersi e risolvere i problemi in modo diverso rispetto alla forza. Stati egocratici, a suo dire, trascinano le nazioni in guerra, comprano forze, manipolano, appannaggiano, comprano e vendono armi. Non cittadini. Nel post, Cintula lamenta dell’incapacità dello stato di tutelare in modo affidabile i suoi cittadini ma soprattutto dichiara di non augurare l’avvento degli “avventurieri con le croci a gancio, ai vandali che spaccherebbero, appiccherebbero fuoco e deruberebbero tutto con grande piacere”, invitando i cittadini a proteggere lo spazio pubblico. Alla fine del post, Cintula chiosa come “in un mondo caotico di adulti passivi, l'iniziativa giovanile è una sorpresa”, invitando ad avere fiducia in quest’ultima, firmandosi “Juraj Cintula poeta, scrittore, pubblicista”.
Qualche giorno prima, il 14 gennaio 2016, sulla medesima pagina Facebook, Cintula era ritratto fra un uomo e una donna in mimetica, con tanto di bandiere (slovacca e dell’organizzazione), presumibilmente nella stessa cerimonia ufficiale (è vestito nello stesso modo). Nella didascalia a corredo, Cintula descrive cosa lo attraeva in quel momento verso questo gruppo filorusso. Come prima motivazione citava "la capacità di agire senza sottostare all'ordine dello Stato", come seconda "lo zelo disinteressato". Secondo Cintula "centinaia di migliaia di migranti" stanno arrivando in Europa e, in questo contesto, i coscritti vogliono proteggere la Slovacchia dalla loro influenza, agendo come veri "patrioti".
Cintula, la destra filorussa e i "lupi della notte"
Il movimento dei Coscritti slovacchi ha annunciato nell'autunno del 2022 la fine della sua attività ma sono noti per aver propugnato per anni posizioni di propaganda filorussa. Il movimento, infatti, difendeva la figura del presidente russo Vladimir Putin, era spesso critico contro l'Occidente, l'Unione europea, si era mobilitato contro l'accoglienza dei migranti, attaccando spesso i media e le organizzazioni non governative.
Ma c’è di più. Questo gruppo è strettamente legato alla rete dei “night wolves”, rete di (apparenti) bikers che tuttavia cela una rete capillare di tipo paramilitare, diffusa tra Balcani ed est Europa, che possiede armi, riceve fondi, infiltra mercenari e organizza eventi da migliaia di persone. Attivissimi, sui social, sono nati alla fine degli anni Ottanta in Russia, inneggiavano a un mondo sovietico perduto e si nutrivano di filippiche contro il capitalismo.
My brothers and sisters from MC Night Wolves Europe are still on the annual traditional ride of honor VICTORY ROADS 2024!
— SlavicFreeSpirit (@SlavFreeSpirit) May 8, 2024
Today, May 8, we celebrate the victory over Nazism, and on this very day, we want to show you some of the places we visited during our Victory Roads 2024. Our… https://t.co/BA2z6zKaQe pic.twitter.com/8Ru2iYKysb
Alexander Zoldastanov, nel 1989, ne divenne il leader. Decine di club simili a marchio “lupi della notte” iniziarono a nascere in Russia, in Ucraina, in Germania, in Europa dell’est e nei Balcani. Il movimento divenne transnazionale e riuscì perfino a costruirsi un centro operativo alla periferia di-guarda caso-Bratislava, a Dolna Krupa, con tanto di carcasse di carri armati e veicoli corazzati. Con l’ascesa al potere di Vladimir Putin, i lupi conquistarono le simpatie del neozar, che di paramilitari ha sempre bisogno. Zaldastanov iniziò, infatti, a essere fotografato sempre più spesso assieme a lui quasi fosse un siloviko: il sodalizio è così forte che nel 2014 i lupi arrivarono fino in Donbass, pattugliando le strade che portano in Crimea. Più tardi si scoprirà come il gruppo fosse sul libro paga del Cremlino (che gli regalò un centro giovanile in quel di Sebastopoli da 12 milioni di rubli).
Ma cosa c'entra Cintula, il non violento, il poeta, lo scrittore con tutto questo?
Chi è davvero quest'uomo passato nelle ultime ore per il Princip slovacco? Difficile comprenderlo. Così come è difficile comprendere da dove provenisse l'odio verso un premier tendenzialmente in linea con il suo pensiero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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