In un incontro dai toni oscillanti tra fermezza e apertura, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affrontato una serie di temi di politica estera e interna, delineando un’agenda aggressiva e al tempo stesso contraddittoria. Dallo Studio Ovale, il presidente ha parlato di Venezuela, Messico, narcotraffico, Arabia Saudita e del caso Epstein, mescolando minacce militari, affermazioni polemiche e richieste di trasparenza.
Sulla crisi venezuelana, Trump ha dichiarato di essere disposto “a un certo momento” a parlare direttamente con Nicolás Maduro, pur puntualizzando che il leader venezuelano “non è stato buono con gli Stati Uniti”. Alla domanda se escludesse un intervento militare, il presidente ha risposto senza esitazioni: “No, non lo escludo, non escludo nulla. Dobbiamo solo occuparci del Venezuela”. Secondo Trump, il governo di Caracas avrebbe inoltre “riversato nel nostro paese centinaia di migliaia di persone provenienti dalle prigioni”.
Non meno duro il passaggio dedicato al Messico. Alla domanda se prenderebbe in considerazione attacchi sul territorio messicano per fermare la produzione e il traffico di droga da parte dei cartelli, Trump ha risposto: “Per me va bene”. Ha poi precisato di “non essere per niente contento del Messico”, mentre sul fronte colombiano ha aggiunto che sarebbe “orgoglioso” di distruggere le fabbriche dove viene prodotta la cocaina, pur senza confermare un’intenzione operativa.
La conferenza si è poi spostata sul caso Epstein. Il presidente ha ribadito che la vicenda è una “bufala” e “un problema dei Democratici” e non dei Repubblicani. Nonostante ciò, ha confermato di essere favorevole alla pubblicazione dei file ancora secretati: “Possono fare quello che vogliono, che li guardino tutti”, ha detto, aggiungendo però che la questione “non deve distrarre dai grandi successi del Partito repubblicano” e accusando i Democratici di essere “responsabili dello shutdown”.
Trump ha inoltre annunciato che gli Stati Uniti venderanno i caccia F-35 all’Arabia Saudita. L’operazione arriva alla vigilia dell’incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman, atteso alla Casa Bianca. La decisione non trova il consenso di Israele, che vorrebbe subordinare la fornitura all’adesione di Riad agli Accordi di Abramo, ma Trump ha confermato la sua intenzione: “Venderemo gli F-35 all’Arabia Saudita”.
Chiudendo l’incontro, il presidente ha risposto alle
domande sulle sue condizioni di salute. Nonostante una voce roca e un’aria affaticata che i giornalisti presenti hanno notato, ha liquidato ogni preoccupazione con un semplice: “Mi sento benissimo”.