Donald Trump è in Giappone per la seconda tappa del suo tour asiatico, mentre cresce l'ottimismo sulla possibilità che il presidente americano e il collega cinese Xi Jinping mettano fine alla guerra commerciale durante i colloqui di questa settimana. Il tycoon è apparso fiducioso in vista dell'incontro di giovedì in Sud Corea: «Avremo un'ottima conversazione, nutro grande rispetto per il presidente Xi e credo che raggiungeremo un accordo», ha detto, precisando che il suo obiettivo è di recarsi in Cina «all'inizio» del 2026, e successivamente di ricevere il leader del Dragone «a Washington o Palm Beach». Inoltre, ha ribadito di essere disposto a prolungare il suo viaggio per incontrare il nordcoreano Kim Jong Un.
Il Giappone, invece, facendo leva sull'amore per lo sfarzo di Trump, gli ha riservato un'accoglienza reale prima dell'atteso bilaterale con la premier Sanae Takaichi, l'ultraconservatrice considerata la «Lady di Ferro» asiatica. Sulla falsariga della sua battaglia all'interno della Nato, il comandante in capo intende continuare a esercitare pressione su Tokyo affinché aumenti le spese per la difesa e acceleri gli investimenti per 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti promessi dall'alleato nell'ambito dell'accordo per i dazi al 15%. Ieri Trump ha incontrato l'imperatore Naruhito, mentre oggi vedrà la neo premier e visiterà la base militare statunitense di Yokosuka, a sud della capitale, dove terrà un discorso a bordo di una portaerei (e sarà accompagnato da Takaichi sul Marine One). Trump spera di costruire «un rapporto fantastico» con la prima donna alla guida del governo del Sol Levante, ma ha già sottolineato la necessità di un ruolo maggiore del Paese nella sicurezza regionale attraverso un aumento delle spese militari.
Intanto sono emersi dettagli sugli accordi commerciali tra Usa e Giappone: come hanno fatto sapere i media nipponici, si preparano a firmare un memorandum d'intesa per rafforzare la cooperazione nel settore della cantieristica navale, un'iniziativa che si inserisce nel quadro delle misure di sicurezza economica, e che mira a ridurre la dipendenza industriale dalla Cina.
I due alleati condividono la preoccupazione che una dipendenza eccessiva da Pechino possa compromettere la sicurezza dei trasporti marittimi in caso di crisi, considerata la crescente influenza della Cina, che nel 2024 ha detenuto oltre il 70% del mercato mondiale della cantieristica per tonnellaggio, mentre la quota del Giappone è scesa all'8%. Contemporaneamente, intendono firmare un secondo memorandum volto a rafforzare la cooperazione sulle forniture di minerali critici, incluse le terre rare, settore anch'esso dominato dalla Cina.