Elezioni Usa, scontro al dibattito repubblicano (senza Trump): ecco cos'è successo

Primo appuntamento tra gli sfidanti repubblicani in vista delle elezioni presidenziali: grande assente Donald Trump, che ha preferito farsi intervistare da Tucker Carlson su X (Twitter)

Elezioni Usa, scontro al dibattito repubblicano (senza Trump): ecco cos'è successo
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A Milwaukee (Wisconsin) è andato in scena mercoledì sera il primo dibattito tra i candidati repubblicani alla presidenza. Presenti all'appuntamento organizzato da Fox News: Asa Hutchinson, il governatore della Florida Ron DeSantis, Chris Christie, Vivek Ramaswamy, l'ex vicepresidente Mike Pence, Doug Burgum, Tim Scott, e l'ex ambasciatrice all'Onu, Nikki Haley. Grande assente: l'ex presidente Donald Trump, che ha preferito farsi intervistare dall'ex anchorman di Fox News, Tucker Carlson, su X (Twitter). Un'assenza pesantissima, quella del tycoon e grande favorito alla nomination - come attestano tutti i sondaggi - che ha pesato molto sull'importanza del dibattito. La maggior parte degli sfidanti ha inoltre dichiarato che sosterrebbe Donald Trump anche nel caso venisse condannato e nonostante l'ex presidente sia attualmente oggetto di 40 capi d'imputazione in quattro diversi procedimenti penali. "Diciamo solo la verità", ha detto l'imprenditore Vivek Ramaswamy. "Il presidente Trump credo sia stato il miglior presidente del 21° secolo. È un fatto".

Duro scontro sulla guerra in Ucraina

Nonostante l'assenza di uno showman come Trump, il dibattito è stato tutt'altro che tranquillo e pacato. Gli sfidanti si sono scontrati sul diritto all’aborto, sul sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina e sul tipo di esperienza necessaria per guidare la Casa Bianca. Sia DeSantis che Ramaswamy hanno affermato di essere contrari a destinare ulteriori finanziamenti all’Ucraina, sostenendo che i soldi dovrebbero essere spesi per proteggere il confine degli Stati Uniti dal traffico di droga e di esseri umani. "Come presidente degli Stati Uniti, il primo obbligo è difendere il nostro Paese e il suo popolo", ha affermato DeSantis, mentre Ramaswamy ha paragonato il sostegno all’Ucraina agli sfortunati interventi militari statunitensi in Iraq e Vietnam, riporta l'Associated Press (proprio l'imprenditore, che sposa molte delle posizioni di Trump, è stato l'oggetto dei più duri attacchi da parte degli altri contendenti repubblicani).

Di tutt'altro avviso Chris Christie, l'ex vicepresidente Mike Pence e l’ex ambasciatrice delle Nazioni Unite Nikki Haley, i quali hanno ribadito il loro convinto sostegno all’Ucraina come un obbligo morale e un imperativo di sicurezza nazionale, avvertendo che il presidente russo Vladimir Putin continuerà la sua aggressione se avrà successo in Ucraina, minacciando gli altri alleati della Nato. "Chiunque pensi che non possiamo risolvere i problemi qui negli Stati Uniti ed essere il leader del mondo libero ha una visione ristretta della più grande nazione sulla terra", ha ribadito l'ex vicepresidente Pence.

Dibattito sull'aborto

I candidati si sono confrontati sul tema dell'aborto dopo che la Corte Suprema ha annullato Roe v. Wade l'anno scorso. DeSantis si è detto "pro-vita" pur rifiutandosi di dire se sostiene o meno un divieto federale, diversamente dall'ex vicepresidente Mike Pence, che ha fatto della battaglia "pro-vita" un pilastro del suo impegno politico. Pence sostiene un divieto federale all'aborto a sei settimane, invitando gli altri candidati a sostenere un divieto nazionale fissato a 15 settimane come minimo. “Non possiamo permettere che Stati come la California, New York e l’Illinois effettuino aborti su richiesta fino al giorno della nascita. Questo è immorale, non è etico, è sbagliato” ha sottolineato Tim Scott in risposta alle parole di DeSantis, che invece intende lasciare libertà di azione ai singoli stati, probabilmente per intercettare i voti degli elettori più moderati e degli indipendenti.

Haley si è distinta nel dibattito criticando Pence sull'aborto, definendo le sue richieste irrealistiche e politicamente dannose per il partito. L'ex ambasciatrice ha inoltre criticato Donald Trump, definendolo il politico più detestato d'America.

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