Europa e Usa accusano: "Putin leader illegittimo"
19 Marzo 2024 - 07:39L'Ue condanna: "Consultazioni illegali, non le riconosciamo". Washington: "Né libere né giuste". Allo Zar rimane soltanto l'appoggio di Bielorussia, Cuba, Venezuela, Corea del Nord, Iran e Cina
Ascolta ora: "Europa e Usa accusano: "Putin leader illegittimo""
La comunità internazionale occidentale, quella che Putin non manca di minacciare di conseguenze «tragiche» se mai la Nato dovesse inviare truppe in Ucraina, alza un muro di fronte all`esito delle presidenziali russe: bollate dall`Ue come le elezioni «più falsate» della storia del Paese e dagli Usa come «né libere né giuste». Mentre da Pechino a Caracas, alleati e partner commerciali di Mosca elogiano lo zar per il plebiscito, l`87,29%. I 27 di Bruxelles, quanto gli altri del G7 (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Giappone) non ci stanno a parlare di consultazione democratica, non riconoscendo anzitutto il voto nei territori occupati dell`Ucraina. I leader negano perfino la telefonata di rito al Cremlino e commenti in prima persona. E l`Europarlamento di Strasburgo invita a non riconoscere la conferma di Putin.
Ma è una parte minoritaria del mondo, se si guarda ai numeri delle popolazioni guidate da chi, con Putin, si è invece complimentato. Dal dittatore nordcoreano Kim Jong-un, al presidente venezuelano Maduro fino a quello cubano Miguel Díaz-Canel festeggiano la «straordinaria vittoria» e la «partecipazione democratica». Come il leader cinese Xi, che parla di trionfo che «riflette pienamente il sostegno del popolo russo», o il presidente iraniano Raisi che elogia la solidità dello zar. Anche il premier indiano Modi si congratula: «Non vediamo l`ora di lavorare insieme per rafforzare il già collaudato partenariato strategico». Un asse non coeso, ma unito nel riconoscere a Putin un ruolo da protagonista. Arriva perfino l`omaggio del principe saudita Bin Salman.
Tutt`altra musica alla Casa Bianca. Il Dipartimento di Stato ha escluso congratulazioni da parte degli Usa, perché «non è stato un processo democratico, non ci saranno telefonate», spiega un vice-portavoce ricordando la morte di Navalny come prova della «repressione degli oppositori» attuata dal Cremlino: «Processo incredibilmente anti-democratico». Tanto basta a chiarire quanto divisiva sia la Russia oggi, col suo bellicismo in Ucraina e un peso acquisito in Africa, da cui arrivano elogi. I leader europei scelgono invece di snobbare il plebiscito. Nessuna lettera di congratulazioni neppure dal Quirinale. Nell`Ue parlano i ministri. Tra i più duri, quello della Difesa britannico, Shapps, secondo cui Putin si comporta come uno «Stalin dei giorni nostri», bollando lo Zar come «tiranno a cui l`Occidente deve resistere». Non è da meno il collega degli Esteri, Cameron, che parla di esito che evidenzia la «profondità della repressione sotto un regime che cerca di mettere a tacere qualsiasi opposizione alla guerra illegale di Putin, che rimuove avversari politici, controlla i media e si incorona vincitore, non è democrazia». La tedesca Baerbock parla di «pseudo-elezioni, né libere né giuste», stigmatizzando il voto nei territori occupati dell`Ucraina, da considerare «nullo» perché è «un`altra violazione del diritto internazionale».
Su questo punto, tra scetticismo ed esecrazione, l`Ue affida all`Alto rappresentante per la Politica estera Borrell una sintesi delle voci, non tutte trancianti (come si è visto dalle prese di posizioni in Italia del ministro Salvini rispetto al capo-diplomazia Tajani). Alla fine l`Ue condanna compatta la violazione «manifesta» del diritto internazionale e della «sovranità» ucraina, tra accuse di brogli, di repressione e intimidazione. Per il Nº1 ucraino Zelensky, lo Zar ha «simulato un`altra elezione». Da Parigi si prende atto dell`esito e si elogia il «coraggio di cittadini russi che hanno manifestato opposizione a una violazione dei diritti». Si affida al motto latino si vis pacem, para bellum, Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. «Se non diamo all`Ucraina un aiuto sufficiente per fermare la Russia, saremo noi i prossimi. Dobbiamo essere preparati in termini di difesa e passare a un`economia di guerra». Ieri via libera ad altri 5 miliardi per le armi a Kiev.
«Urgente sostenere Kiev», chiosa Borrell.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.