Un atto di clemenza senza precedenti scuote la politica statunitense. Il procuratore per la grazia del Dipartimento di Giustizia, Ed Martin, ha annunciato su X che il presidente Donald Trump ha concesso una serie di grazie presidenziali a decine di suoi alleati politici, molti dei quali erano stati coinvolti in indagini o processi legati ai tentativi di ribaltare l’esito delle elezioni del 2020.
Secondo quanto riportato dalla CNN, tra i beneficiari figurano figure di primo piano come Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e legale personale di Trump; Sidney Powell, avvocata coinvolta nelle teorie di brogli elettorali; e Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca. La proclamazione, diffusa attraverso il profilo ufficiale di Martin, descrive la misura come un atto necessario per “porre fine a una grave ingiustizia nazionale” e concede un “perdono totale, completo e incondizionato” ai destinatari.
Le reazioni a Washington sono state immediate. Fonti del Partito Democratico parlano di un “abuso estremo del potere di grazia” e di un atto che “mina lo stato di diritto e il principio di responsabilità”. Diversi giuristi ora sottolineano come la mossa possa avere forti ripercussioni istituzionali, in particolare se alcuni dei graziati dovessero ancora affrontare procedimenti civili o federali. Per i sostenitori di Trump, invece, la decisione rappresenta una rivincita politica e una riabilitazione morale per figure che — secondo loro — erano state “ingiustamente perseguitate” per motivi politici.
Tra le 77 persone graziate dal presidente figurano gli avvocati John Eastman e Jenna Ellis. La grazia si applica a molti di coloro che sono stati accusati nel caso di interferenza elettorale in Georgia vs.Trump e verrà applicata anche ai repubblicani di altri stati in bilico che hanno falsamente dichiarato di essere elettori presidenziali nei documenti ufficiali. Trump ha però specificato che la grazia non si applica a lui. In un post X dal suo account personale, Martin ha giurato: "Nessun MAGA lasciato indietro".
"Questa proclamazione pone fine a una grave ingiustizia nazionale perpetrata ai danni del popolo americano in seguito alle elezioni presidenziali del 2020 e prosegue il processo di riconciliazione nazionale", si legge nel documento.