"Troppo lunga": i giudici respingono la maxi-causa miliardaria di Trump contro il New York Times

Il giudice Merryday boccia il ricorso da 15 miliardi di dollari definendolo “prolisso e ridondante”, ma concede al presidente la possibilità di ripresentarlo entro un mese

"Troppo lunga": i giudici respingono la maxi-causa miliardaria di Trump contro il New York Times
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Un giudice federale della Florida ha respinto la causa da 15 miliardi di dollari intentata da Donald Trump contro il New York Times, ritenendola eccessivamente prolissa e in violazione delle regole procedurali.

Secondo il giudice Steven Merryday, il ricorso presentava accuse e dettagli "ripetitivi, superflui e ridondanti". Come riferisce Bloomberg, tuttavia, il magistrato ha concesso ai legali dell’ex presidente la possibilità di ripresentare l’azione entro il prossimo mese. Il giudice Merryday, nominato dal presidente George H.W. Bush, ha stabilito che una nuova denuncia potrà essere presentata entro 28 giorni e che dovrà essere illustrata in meno di 40 pagine.

Trump aveva avviato un’azione legale per diffamazione contro il celebre quotidiano, quattro suoi giornalisti e la casa editrice Penguin Random House, accusandoli di condurre da anni una campagna deliberata per screditarlo. Al centro della causa vi sono alcuni articoli del quotidiano e il libro Lucky Loser, scritto da due reporter del Times e pubblicato da Penguin, in cui vengono messi in discussione la narrazione costruita dal presidente sulla propria ricchezza e il modo in cui l’ha gestita.

Trump sostiene che il Times sia diventato un "vero portavoce del Partito Democratico". I giornalisti citati in giudizio sono Susanne Craig e Russ Buettner, vincitori del Pulitzer 2019 per un’inchiesta sulle finanze di Trump e autori di Lucky Loser, oltre a Peter Baker, corrispondente dalla Casa Bianca, e Michael S. Schmidt, due volte premio Pulitzer per le sue indagini, tra cui quelle giudiziarie che hanno coinvolto lo stesso Trump.

Non è la prima volta che il tycoon porta un grande media in tribunale: lo scorso luglio aveva già denunciato per diffamazione il Wall Street Journal, due suoi giornalisti, le società editrici Dow Jones e News

Corp, e il proprietario Rupert Murdoch, chiedendo almeno 10 miliardi di dollari di risarcimento per un articolo legato a un vecchio biglietto di auguri scritto a Jeffrey Epstein nel 2003.

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