Politica estera

Alleati di Macron nei guai: ex eurodeputati indagati per frode

François Bayrou e altri undici ex eurodeputati del partito centrista MoDem a processo in Francia: avrebbero utilizzato i fondi Ue per pagare i loro assistenti di partito

François Bayrou (ANSA)
François Bayrou (ANSA)
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In Francia si è aperto un nuovo scandalo riguardante il Parlamento Europeo. Che cade nel momento in cui nel Vecchio Continente l'istituzione di Strasburgo è al massimo livello di impopolarità dopo l'esplosione del Qatargate.

La procura di Parigi ha comunicato di aver essere pronta a avviare il processo contro il presidente del partito centrista MoDem (alleato del presidente francese Emmanuel Macron) dell'ex ministro della Giustizia François Bayrou e altre dodici persone. Gli indagati sono coinvolti nelle accuse perché si sospetta che abbiano utilizzato i fondi europei di rimborso delle loro attività per operare l'assunzione di assistenti parlamentari e portaborse ai propri esponenti eletti nel Parlamento di Strasburgo, i quali in realtà sarebbero stati impegnati nelle attività di partito.

Chi sono gli eurodeputati indagati

A essere coinvolti sarebbero diversi esponenti di primo piano nella VII Legislatura del Parlamento Europeo. I fatti contestati risalgono quindi tra il 2009 e il 2014. Tra le persone citate nell'inchiesta spiccano l'ex ministro della Giustizia Michel Mercier, in carica dal 2010 al 2012 durante la presidenza di Nicolas Sarkozy, e l'attuale vicegovernatore della Banca di Francia Sylvie Goulard.

Goulard è stata eurodeputata dal 2009 al 2017 per MoDem e fu nominata da Emmanuel Macron e Edouard Philippe ministro della Difesa dopo le presidenziali del 2017. Mantenne, però, la carica per solo un mese nel primo governo Philippe. Si dimise dopo esser messa sotto indagine per una questione simile a quella che oggi tocca Bayrou, allora per poche settimane nominato Ministro della Giustizia.

I politici centristi Jean-Luc Bennhamias e Nathalie Griesbeck, ex deputati del MoDem, sono stati condannati a rimborsare al Parlamento europeo rispettivamente 45 mila e 100 mila euro per un caso del genere. Allora la rivelazione giornalistica travolse il MoDem, che in coalizione con Macron aveva eletto 42 deputati. Ora a finire sotto processo potrebbe addirittura essere il suo leader, proprio per le conseguenze di lungo termine delle indagini avviate nel 2017.

L'ombra del processo

"Per coloro che sono stati eurodeputati, l'ufficio del procuratore vuole un processo per appropriazione indebita di fondi pubblici", nota Nouvelle Obs. "La decisione finale sull'opportunità di tenere un processo spetta al giudice istruttore che esamina il caso. Le parti possono ora inviare le loro osservazioni alla Commissione", mentre nel frattempo il danno è valutato a 1,4 milioni di euro.

Negli anni si è scoperto che la "talpa" che aveva passato alla stampa e ai giudici le informazioni su questa condotta era stata, nel marzo 2017, l'ex eurodeputata dell'allora Front National, Sophie Montel, mentre a giugno 2017 Matthieu Lamarre, ex assistente di Bennhamais, ha dichiarato che nel 2011 gli fu richiesto di lavorare sia per l'Europarlamento che per MoDem.

Ora per Bayrou e gli ex eurodeputati si apre la prospettiva di un processo per effetto di lungo termine delle indagini avviate nel 2017. E una nuova ombra pende sul Parlamento di Strasburgo e sulle sue pratiche. Mentre chi può trarre un sospiro di sollievo, paradossalmente, è Macron, che nel 2019 propose la centrista Goulard come Commissario Europeo all'Industria salvo vedersela poi clamorosamente bocciata a ottobre, aprendo dunque la strada all'entrata a Palazzo Berlaymont del sostituto Thierry Breton, rivelatosi decisore di valore e non coperto da problemi giudiziari.

Un fatto che evita una mina indesiderata all'Eliseo.

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