Politica estera

Foto create dall'intelligenza artificiale, bufera su Amnesty International

Polemiche per la scelta dell'Ong di pubblicare foto generate dall'Ai per supportare la campagna per i diritti umani in Colombia e la richiesta di giustizia per i morti durante le proteste del 2021

La foto generata dall'intelligenza artificiale pubblicata da Amnesty su Instagram.
La foto generata dall'intelligenza artificiale pubblicata da Amnesty su Instagram.
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È bufera su Amnesty International. L'organizzazione non governativa ha impiegato alcune immagini generate dall'intelligenza artificiale per supportare le proprie battaglie per i diritti umani in Colombia. Al fine di evidenziare la brutalità della polizia colombiana contro i manifestanti in occasione delle proteste di massa del 2021, e supportare così la battaglia delle famiglie che ora chiedono giustizia, la nota organizzazione non governative ha diffuso delle foto false sui social in cui si vedono dei giovani manifestanti strattonati e maltrattati dai militari.

Una, in particolare, pubblicata dal Guardian, ritrae una giovane donna mentre viene scortata con la forza dai militari. Guardando attentamente l'immagine, però, ci si accorge che ha qualcosa di strano e di innaturale: Amnesty si giustifica spiegando che lo ha fatto per proteggere la privacy e l'identità degli stessi manifestanti, ma la scelta dell'organizzazione pone seri quesiti etici sull'uso dell'intelligenza artificiale e il concreto rischio di manipolazione e diffusione di fake news. Come spiega al Guardian il fotoreporter Juancho Torres, "viviamo in un'era altamente polarizzata piena di fake news, che fa dubitare della credibilità dei media. E come sappiamo, l'intelligenza artificiale mente. Che tipo di credibilità hai quando inizi a pubblicare immagini create dall'intelligenza artificiale?".

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Cosa ritraeva la foto "fake" pubblicata da Amnesty

La brutalità della repressione adottata dal governo colombiano in occasione delle proteste del 2021 è un dato di fatto. Il 28 aprile 2021 le proteste partirono dalla città di Cali, per poi allargarsi a tutto il Paese: i manifestanti scesero in piazza contro la riforma fiscale del governo di destra di Ivan Duque che prevedeva, fra le altre misure, l'innalzamento dell'Iva e altre misure ritenute inique dalle classi sociali più deboli. La risposta del governo fu durissima e contro i manifestanti venne schierato l'esercito e la polizia in assetto anti-sommossa.

Una violenta repressione che provocò diversi feriti e 38 morti. Il malcontento nel Paese era reale, tant'è che dall'agosto 2022 in Colombia c'è un governo di sinistra, guidato da Gustavo Petro, vincitore delle ultime elezioni presidenziali. Ciò che non corrisponde alla realtà sono appunto le recenti fotografie pubblicate da Amnesty International per sostenere la battaglia legale delle famiglie contro gli esponenti del precedente governo e la loro sete di giustizia. "Abbiamo rimosso le immagini dai post sui social media, poiché non vogliamo che le critiche per l'uso di immagini generate dall'intelligenza artificiale distraggano dal messaggio centrale a sostegno delle vittime e delle loro richieste di giustizia in Colombia", ha osservato Erika Guevara Rosas, direttore per le Americhe di Amnesty.

I pericoli legati all'Intelligenza artificiale

La polemica su Amnesty emerge in un momento in cui sempre più gli esperti puntano il dito contro l'intelligenza artificiale e i rischi legati, in particolare, al tema della disinformazione e alla manipolazione delle informazioni. Fra questi anche Elon Musk e il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, oltre al "padrino" dell'Ai, Geoffrey Hinton, e il celebere fisico britannico, Stephen Hawking, morto nel 2018 all'età di 76 anni.

In un'intervista rilasciata in tempi non sospetti - era il 2014 - Hawking avvertiva: "Lo sviluppo di un'intelligenza artificiale completa potrebbe significare la fine della razza umana". Secondo il celebre studioso, infatti, la creazione di sistemi che competono con l'intelligenza umana o la superano potrebbe essere disastrosa per la razza umana. "Gli esseri umani, che sono limitati dalla lenta evoluzione biologica, non potrebbero competere e verrebbero sostituiti", ha aggiunto.

Un monito che oggi, a quasi 10 anni di distanza, risulta essere più che mai attuale, anche alla luce della polemica contro Amnesty International.

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