L’Afghanistan si trova in una situazione complicata da quando gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2021. Lo stato problematico continua a fronteggiare una crisi umanitaria, con quasi la metà della sua popolazione – ventitré milioni di persone – che ha ricevuto assistenza dal World Food Programma l’anno scorso. Secondo l’UNICEF, il numero delle persone in stato di necessità è cresciuto da 28,3 milioni a 29,2 milioni fra gennaio e maggio di quest’anno, primariamente per via dell’aumento della gente bisognosa di servizi di protezione speciale.
Ma a preoccupare è il fatto che, secondo una valutazione classificata del Pentagono, l’Afghanistan è diventato un importante sito di coordinamento per lo Stato Islamico. È stato registrato un aumento dei gruppi terroristici, come Al Qaeda e Isis-K, che minaccia la stabilità nel Paese ed è causa di preoccupazione – la paura dell’espansione delle attività terroristiche fuori dall’Afghanistan.
Nonostante queste minacce e queste sfide, l’Afghanistan è stato derubricato dalle nazioni europee e dagli Stati Uniti. La guerra in Ucraina e le relazioni con la Cina hanno preso il sopravvento. Il risultato è che l’Afghanistan non è più un interesse-chiave per i paesi occidentali.
I paesi della regione centrasiatica, in particolare Kazakistan e Uzbekistan, hanno dovuto riempire il vuoto lasciato dagli Stati Uniti e dai loro alleati. L’Asia centrale ha sempre prestato attenzione alla situazione in Afghanistan, data la sua prossimità geografica, ma senza giocare un ruolo attivo e predominante nella diplomazia regionale. Ora, però, gli stati centrasiatici sono in prima linea nel supporto dello sviluppo e dell’integrazione regionale dell’Afghanistan.
La maggior parte dei paesi centrasiatici ha perseguito una strategia per l’Afghanistan basata sull’assunto che cooperazione e coinvolgimento, in particolare di natura economica, possano promuovere la stabilità.
Il Kazakistan, la più grande delle repubbliche centrasiatiche, ha assunto la guida di questo approccio. È stato particolarmente propenso alla partecipazione allo sviluppo delle infrastrutture afgane, specie nelle aree dei trasporti, dell’energia e dell’agricoltura. L’obiettivo ultimo è l’integrazione dell’Afghanistan nell’economia regionale, apripista della sua riconnessione al commercio globale.
Il governo di Astana, la capitale del Kazakistan, confida nel fatto che la promozione del trasporto transfrontaliero possa prevenire una crisi umanitaria e un collasso economico in Afghanistan. Il Kazakistan sta fornendo da anni aiuti umanitari al popolo afgano, dapprima dell’ascesa al potere dei talebani, ma questa non può più essere considerata una soluzione di lungo termine.
Il Kazakistan vuole che l’Afghanistan diventi un ponte, e non una barriera, per il commercio. Perciò il paese centrasiatico ha aumentato il suo interscambio con l’Afghanistan, che ha raggiunto quasi un miliardo di dollari l’anno scorso, che è più del doppio di quanto registrato nel 2021.
Per migliorare ulteriormente le relazioni economiche e commerciali tra i paesi, Astana ospiterà il forum affaristico Kazakistan-Afghanistan tra il 2 e il 4 agosto, nel contesto del quale si terrà una mostra dei prodotti afgani, come alimenti, tappeti e zafferano. L’obiettivo è di facilitare i collegamenti tra le ditte dei due paesi e di espandere la gamma dei beni commerciati.
Esiste un interesse reciproco alla cooperazione tra Kazakistan e Afghanistan, alla luce della chiarezza dei benefici ottenibili
Il governo afgano spera di essere riconosciuto, avendo ricevuto condanna internazionale per aver ristretto l’accesso all’istruzione delle donne e aver commesso altre violazioni dei diritti umani, ma il governo kazako ha dichiarato che riconoscerà il governo afgano solo quando lo farà il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Per il Kazakistan, l’aumento della cooperazione commerciale con l’Afghanistan e la sua integrazione nell’economia regionale comporta due benefici.
Primo, le ricadute economiche del maggiore commercio e degli investimenti aiuterebbero il Kazakistan a diversificare i corridoi di trasporto, inclusa la Tratta di Trasporto Internazionale Transcaspica, che sta promuovendo attivamente. Progressi in questo settore consoliderebbero il ruolo del Kazakistan di facilitatore-chiave del commercio Europa-Asia.
Secondo, il Kazakistan spera che la stabilità in Afghanistan eviterà la diffusione del terrorismo e dell’estremismo. La probabilità di attacchi diretti in Kazakistan da parte dello Stato Islamico e di Al Qaeda è attualmente bassa, ma attività terroristiche nella regione colpirebbero il clima d’investimento regionale complessivo, con ripercussioni negative per l’economia kazaka, che già ha risentito delle sanzioni occidentali alla Russia, un partner-chiave del Kazakistan.
In ultimo, l’effetto contagio che potrebbe risultare da un Afghanistan isolato e vulnerabile è un rischio serio per il Kazakistan. Perciò Astana, di concerto con gli altri vicini centrasiatici, continuerà probabilmente a giocare un ruolo-chiave negli sforzi per trasformare l’Afghanistan in un’arteria commerciale sicura tra Asia centrale e Asia meridionale.
Il presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev, nel 2021 aveva dichiarato che l’Afghanistan dovrebbe diventare uno stato unito, sovrano e stabile, che vive in pace con se stesso e coi suoi vicini.
Il Kazakistan continua a sperare che la sua politica verso l’Afghanistan e il supporto umanitario al popolo afgano possano aiutare a raggiungere quest’obiettivo, che andrebbe a beneficio dell’intera Asia centrale e oltre.
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