L'Ucraina ammette per la prima volta di aver compiuto attacchi contro due petroliere appartenenti alla cosiddetta "flotta ombra" russa, adoperata da Mosca per contrabbandare petrolio sottoposto a sanzioni. Le due navi, la Kairo e la Vilat, sono state colpite da droni navali "Sea Baby" nel pomeriggio di venerdì nel Mar Nero, al largo delle coste della Turchia. Le petroliere, che hanno una capacità di trasporto di petrolio per un valore fino a 70 milioni di dollari, erano dirette verso il porto di Novorossijsk e, stando a quanto riferito al Wall Street Journal da un funzionario ucraino, erano vuote al momento dei raid.
La reazione ufficiale del Cremlino alle ultime iniziative di Kiev è arrivata ieri. " L'opzione più radicale", ha tuonato Vladimir Putin, "sarebbe quella di isolare interamente l'Ucraina dal mare e a quel punto gli atti di pirateria diventerebbero in generale impossibili da realizzare". Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è intervenuto sulla questione affermando che "la guerra tra Russia e Ucraina ha chiaramente iniziato a minacciare la sicurezza della navigazione nel Mar Nero". Erdogan ha inoltre lanciato un non meglio precisato avvertimento "a tutte le parti interessate".
Sempre la scorsa settimana Kiev ha colpito uno strategico terminal petrolifero sulla costa russa del Mar Nero che gestisce oltre l'1% delle spedizioni mondiali di petrolio. L'ombra dell'intelligence ucraina, che ha confermato al Financial Times i raid contro la Kairo e la Vilat, si allunga poi su un altro paio di incidenti sospetti: una petroliera, non sanzionata e gestita dalla società turca Besiktas Shipping ma che quest'anno ha fatto scalo in diversi porti russi, ha subito "quattro esplosioni esterne" al largo delle cose del Senegal mentre un'altra nave battente bandiera russa che trasportava olio di girasole dalla Russia alla Georgia ha riportato un attacco nel Mar Nero. Gli esperti fanno comunque notare che alcune esplosioni potrebbero essere state causate da collisioni con mine navali alla deriva o da altri "attori".
Per gli addetti ai lavori i blitz ucraini contro la flotta ombra della Federazione - composta da oltre 520 petroliere secondo la Kyiv School of Economics - fanno parte di un'escalation di attacchi da parte dell'Ucraina volti a ridurre le entrate legate al settore energetico di Mosca e a rassicurare gli alleati occidentali sulla sua capacità di continuare a condurre operazioni contro il nemico. Sono almeno nove gli incidenti che a partire dal dicembre 2024 hanno interessato le petroliere legate alla Russia. Adi Imsirovic, docente presso l'università di Oxford sostiene che "questa è la strategia migliore del'Ucraina: colpire l'economia per fare pressione sulla Russia nei negoziati". Per gli esperti l'Ucraina sta così espandendo gli attacchi da obiettivi fissi (infrastrutture energetiche) ad elementi mobili del sistema di esportazione petrolifero.
Kiev, che starebbe attaccando navi vuote per evitare ricadute politiche e ambientali, potrebbe mirare a rendere insostenibile per Mosca il trasporto di greggio attraverso il Mar Nero spingendo così il Cremlino a deviare le esportazioni di petrolio verso il Mar Baltico, con un aumento significativo dei costi e dei tempi di percorrenza. Se la strategia ucraina sta provocando dei contraccolpi sull'economia della Federazione, essa però comporta anche dei rischi internazionali in quanto amplia il teatro del conflitto minacciando il coinvolgimento di Paesi terzi.
Nel frattempo la Russia, seppur lentamente, continua a registrare progressi sia in campo militare che in quello diplomatico con una trattativa diretta con gli Stati Uniti che, giorno dopo giorno, conferma come Mosca punti a lasciare fuori dai negoziati con Washington il governo di Volodymyr Zelensky.