L'attacco di Israele su Teheran e centrali. Gerusalemme e Telaviv colpite dai missili. E gli Usa le difendono

Scatta "Leone nascente": blitz dell'aviazione israeliana contro il nucleare e i vertici nemici. La risposta degli ayatollah con due ondate di razzi. Netanyahu agli iraniani: "Ribellatevi"

L'attacco di Israele su Teheran e centrali. Gerusalemme e Telaviv colpite dai missili. E gli Usa le difendono

Colonne di fumo nero si alzano nella notte a Teheran, la capitale iraniana. Nel primo mattino gli automobilisti filmano palle di fuoco che eruttano dall'impianto sotterraneo di Natanz, il più grande sito del programma nucleare degli ayatollah. «Leone nascente» è il nome in codice di una vera e propria guerra aerea e missilistica, lanciata da Israele contro la Repubblica islamica d'Iran dalle 2 di notte fra giovedì e venerdì. Smentita la notizia che due caccia sarebbero stati abbattuti e una pilota israeliana catturata dagli iraniani.

La risposta degli ayatollah non si è fatta attendere: ieri sera sono stati lanciati un centinaio di missili verso Israele passati con scie bianche sopra Gerusalemme. Alcuni ordigni sono piombati su Tel Aviv, dove si è alzata una grande nuvola di fumo grigio della zona dell'HaKirya, la cittadella governativa sede del ministero della Difesa israeliana. La popolazione è chiusa nei rifugi. Fra 5 e 7 missili avrebbero bucato la cupola di ferro, la barriera contraerea israeliana. Anche i Patriot con personale militare Usa hanno contribuito ad intercettare la controffensiva iraniana. Nella parte centrale del Paese si registrano 41 feriti, due gravi. «Decine di ulteriori missili sono stati lanciati verso lo Stato di Israele» ha annunciato un'ora dopo la prima ondata, un comunicato delle Forze di difesa invitando la popolazione a rimanere nei rifugi. «Le esplosioni che si sentono sono dovute a intercettazioni o a razzi caduti» recita il testo. Altre ondate di missili potrebbero arrivare durante la notte o ripartire un attacco israeliano. I Pasdaran «hanno eseguito la loro risposta schiacciante e precisa contro decine di obiettivi, centri militari e basi aeree» in Israele, si legge in un comunicato, nell'ambito dell'Operazione vera promessa 3. La notte precedente duecento caccia bombardieri con la stella di Davide hanno attaccato, volando per 1500 chilometri sopra la Siria, una porzione della Turchia ed il Nord dell'Iraq dove abbiamo un contingente di soldati italiani ad Erbil. «È una campagna esistenziale contro un nemico che cerca di distruggerci e sviluppare capacità nucleari ha dichiarato

il generale Shlomi Binder dell'intelligence militare - Questa è la minaccia che vogliamo ridurre, destabilizzare ed eliminare». I raid hanno colpito almeno 200 obiettivi militari e del programma nucleare iraniano. I caccia hanno bombardato per prime le difese aeree nell'Iran occidentale dotate anche di missili terra aria S 300 forniti dalla Russia. «Sembra che i soldati addetti alla contraerea siano spesso scappati abbandonando le posizioni» rivela una fonte militare del Giornale.

Il secondo colpo di maglio, in contemporanea, è stata la spettacolare operazione che ha decapitato i vertici militari iraniani con squadre del Mossad sul terreno (vedi altro articolo). Almeno sette città, compresa la capitale, sono state bombardate in maniera chirurgica. A Teheran si contano già 78 morti e 329 feriti. L'offensiva dal cielo è proseguita con un pesante lancio di missili balistici sull'impianto di Natanz, che secondo l'Idf, le forze armate israeliane, «sarebbe stato seriamente danneggiato». Rafael Grossi, direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha confermato che l'impianto, dove si produceva il 60% dell'uranio arricchito, «è stato distrutto in superficie» anche se le centrifughe nei livelli sotterranei sarebbero ancora intatte.

Fonti dello Stato ebraico hanno fatto trapelare che i raid e altre «sorprese», come possibili tentativi di sollevare la popolazione, sono stati pianificati per almeno «due settimane», ma non bisogna sottovalutare la reazione iraniana. La guida suprema, il grande ayatollah Alì Khamenei, ha parlato alla nazione nella serata di ieri annunciando che «le forze armate devasteranno il regime malvagio» israeliano. Nella città santa per gli sciiti di Qom è stata innalzata la bandiera rossa della «vendetta senza limiti». E in piazza Palestina, a Teheran, è apparso lo slogan in ebraico rivolto agli israeliani «cercate riparo sotto le macerie». La prima reazione, con un centinaio di droni, è stata inutile. Quasi tutti intercettati da sauditi e giordani. Il generale Mohammad Pakpour, nuovo capo dei Pasdaran dopo l'eliminazione nella notte del predecessore, ha annunciato che «le porte dell'inferno si apriranno presto» per Israele.

Caccia e missili israeliani

hanno continuato a martellare, a fasi alterne, l'Iran occidentale e la capitale Teheran. L'aeroporto di Tabriz è stato colpito come la base aerea di Nojeh nella provincia di Hamedan. I video israeliani mostrano gli attacchi ai missili iraniani pronti a venire lanciati ed i droni esplosivi del Mossad hanno colpito anche una base dei vettori balistici alle porte di Teheran. Gli israeliani avrebbero distrutto pure il campo militare di Sardasht vicino al confine con l'Iraq.

L'obiettivo prioritario è il programma nucleare, che avrebbe raggiunto il punto di non ritorno dell'arricchimento dell'uranio. In pochi mesi gli ayatollah sarebbero stati in grado di realizzare una decina di bombe atomiche. Khamenei, però, ha sempre ribadito, di volere sfruttare solo il nucleare civile.

Gli israeliani, dopo Natanz, hanno colpito il sito di Fordow e l'area di Isfahan, dove ci sono istituti di ricerca e impianti nucleari. Grossi ha confermato al Consiglio di sicurezza dell'Onu che «il livello di attività radioattiva dopo l'attacco di Israele ai siti nucleari iraniani è rimasto invariato e si attesta su livelli normali, indicando l'assenza di impatto radiologico esterno sulla popolazione o sull'ambiente», ma ha prodotto una «contaminazione radiologica e chimica all'interno degli impianti».

L'attacco, preparato da anni, ha ricevuto il via libera dal premier israeliano dopo l'uccisione a Beirut del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Secondo i piani avrebbe dovuto scattare ad aprile, ma è stato rimandato per il tentativo negoziale del presidente Trump, che sperava di trovare un accordo con Teheran. Gli obiettivi dell'operazione sembrano ben più ampi del rallentamento del programma nucleare con un'ondata di bombardamenti.

Il premier israeliano Bibi Netanyahu ha lanciato un messaggio al popolo iraniano ribadendo che la lotta è contro «una brutale dittatura che vi ha oppresso per 46 anni. Credo che il giorno della vostra liberazione sia vicino». Non sarà facile ed il rischio è una guerra senza limiti.

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