Donald Trump parla alla nazione in diretta dalla Casa Bianca per celebrare i risultati ottenuti dal suo insediamento, e con un post sul suo social Truth si rivolge ai «concittadini americani» dicendo: «Non vedo l'ora di vedervi». «È stato un grande anno per il nostro Paese e il meglio deve ancora venire», sottolinea il presidente, mentre la portavoce Karoline Leavitt anticipa l'intenzione del tycoon di enunciare non solo i successi messi a segno nel 2025, ma anche ciò che intende fare nei prossimi tre anni. I dati sull'economia mostrano che le politiche di Trump stanno «rimettendo gli americani al lavoro. Con Joe Biden i posti andavano agli stranieri, mentre lui è concentrato sui lavoratori americani», precisa Leavitt a Fox.
La Casa Bianca e il comandante in capo si stanno impegnando per evidenziare i suoi risultati con gli elettori, in vista di elezioni di metà mandato che si preannunciano difficili il prossimo novembre. L'economia Usa ha creato il mese scorso 64.000 posti di lavoro, sopra le attese degli analisti che scommettevano su quota 50.000, con un tasso di disoccupazione al 4,6%. Mentre a ottobre sono stati persi 105.000 posti di lavoro, ben oltre le attese che stimavano una perdita di 25.000. Intanto le bollette continuano a salire: secondo un'analisi basata su dati ufficiali dell'Energy Information Administration, le famiglie americane hanno pagato nei primi nove mesi del 2025 circa il 22% in più per il gas naturale rispetto all'anno precedente, soprattutto a causa dell'aumento delle esportazioni di gas liquefatto. Trump in campagna elettorale ha assicurato di dimezzare i costi di luce ed energia entro dodici mesi, ma a quasi un anno dall'inizio del suo secondo mandato le utenze sono in aumento e probabilmente continueranno a crescere nel 2026. Inoltre, il suo consenso granitico nel partito repubblicano mostra delle crepe: quattro deputati si sono uniti ai democratici per forzare un voto alla Camera su una proroga di tre anni dei crediti d'imposta potenziati dell'Obamacare, che scadranno il 31 dicembre, infliggendo una dura sconfessione allo speaker Mike Johnson e al presidente. «La diga sta cedendo», commenta la deputata Marjorie Taylor Greene, ex alleata di ferro del tycoon, diventata sua feroce critica, soprattutto per il fatto che si sta concentrando troppo sulla politica estera. The Donald prosegue la crociata contro Caracas e ordina «un blocco totale e completo di tutte le petroliere soggette a sanzioni che entrano ed escono dal Venezuela».
Poi avvisa che il Paese «è completamente circondato dalla più grande flotta navale mai assemblata nella storia del Sud America, e lo shock per loro sarà senza precedenti finché non restituiranno agli Usa tutto il petrolio, i territori e gli altri beni che ci hanno rubato».