L'Ong smaschera la Francia: "Non ci ha offerto un porto sicuro"

La portavoce della Sos Mediterranée Italia smonta la retorica buonista francese: "Tolone ci ha concesso un porto in via eccezionale, non un porto sicuro"

L'Ong smaschera la Francia: "Non ci ha offerto un porto sicuro"

La retorica buonista della Francia era stata subito smontata da quanto accade a Ventimiglia e ora a smascherare ulteriormente Parigi ci ha pensato la portavoce della Sos Mediterranée Italia. Si tratta di Elisa Brivio, che ha spiegato nel dettaglio quanto accaduto nell'ambito della vicenda Ocean Viking: alla fine la nave ha attraccato al porto di Tolone e i 230 migranti sono stati fatti scendere. Ma davvero la Francia è nelle condizioni di impartire lezioni all'Italia? Non proprio, alla luce anche del racconto arrivato dalla Organizzazione non governativa (Ong) al timone della nave.

"Dalla Francia nessun porto sicuro"

La portavoce della Sos Mediterranée Italia, nell'intervista rilasciata a La Stampa, ha voluto porre l'attenzione sul significato esatto che caratterizza un vero porto sicuro: per "pof" (ovvero "place of safety"), si intende un porto in cui le persone salvate in mare possono non solo sbarcare ma anche "esercitare i loro diritti, a partire da quello di richiedere asilo". E quello offerto dalla Francia sarebbe perfettamente coerente con questa definizione?

Non a caso Elisa Brivio ha sottolineato che Tolone giovedì ha concesso un porto "in via eccezionale, non un porto sicuro". Poi, rispondendo a precisa domanda, ha aggiunto: "Quindi la Francia non ha mai offerto un porto sicuro? A noi mai". E ha parlato di un "colossale equivoco" che successivamente ha inasprito i rapporti tra il nostro Paese e la Francia.

Nelle 43 richieste di porto sicuro erano state coinvolte l'Italia e Malta, considerati "i Paesi più vicini" in cui "bisogna sbarcare". Non solo: a Francia, Grecia e Spagna era stato rivolto un appello per "un supporto" affinché "si trovasse una soluzione". Il risultato? "Nessuno aveva mai risposto, né gli uni né gli altri".

L'ipocrisia di Parigi

In questi giorni Parigi ha usato toni molto duri, minacciando ritorsioni contro il nostro Paese per il caso Ocean Viking. Il che, tra le altre cose, si è tradotto nello stop all'accoglienza di 3.500 rifugiati dall'Italia. Con il passare delle ore non si è placata la serie di reazioni scomposte dalla tanto solidale e accogliente Francia che, nel frattempo, ha respinto le domande di asilo di 44 dei 230 migranti soccorsi e si sta preparando a procedere all'espulsione nel loro Paese di origine.

L'ipocrisia francese è stata denunciata anche da Marine Le Pen, che al Corriere della Sera ha ricordato un precedente che ha coinvolto proprio Parigi: ora il governo francese si affretta a denunciare la gestione italiana e a evocare ragioni umanitarie, "ma nel 2018 la nave Aquarius venne rifiutata dalla Francia e fu costretta a navigare fino a Valencia". Senza dimenticare che sul sito Oxfam nel 2018 venivano criticati i respingimenti di minori non accompagnati da parte della Francia, "in palese violazione del diritto europeo e interno".

Si parlava di "minori non accompagnati anche di 12 anni" che "continuano a essere vittime di abusi, detenzioni e respingimenti illegali". Ecco perché le lezioncine di Parigi lasciano il tempo che trovano.

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