Tra i “pitbull” di Donald Trump ce n'è uno poco conosciuto fuori dai corridoi della Casa Bianca ma che di qui alle elezioni di midterm dell'anno prossimo sembra destinato a ritagliarsi un ruolo di primo piano nell’avanzamento dell’agenda del tycoon. Si tratta di James Blair, il vicecapo di gabinetto del presidente Usa a cui il Wall Street Journal ha dedicato un profilo che conferma la notevole influenza accumulata dal giovane 36enne. Sarà infatti proprio Blair a definire la strategia che l’amministrazione repubblicana dovrà attuare in vista delle consultazioni di metà mandato, un appuntamento elettorale che di solito punisce il partito a cui appartiene il commander in chief di turno.
Il potente consigliere di Trump sa di non avere un compito facile. Tra i simpatizzanti del Gop cresce il malumore per i prezzi al consumo ritenuti ancora troppo alti mentre continuano a pesare le rivelazioni ormai quotidiane sul caso Epstein e sui legami tra il finanziere morto suicida nel 2019 e il presidente americano. Nonostante ciò, Blair punta a mantenere saldo il fronte dei repubblicani avendo già garantito l'approvazione al Congresso delle misure fiscali volute dal miliardario.
Trump "fa enorme affidamento su di lui", afferma Russel Vought, direttore dell'ufficio di Gestione e Bilancio. "Faccio solo il mio lavoro", avrebbe detto Blair durante una tesa riunione con Andy Harris, il capo del Freedom Caucus della Camera, malvisto dal team della Casa Bianca per aver sollevato obiezioni sulla legge in materia di tasse e spese. Harris avrebbe accusato il vicecapo di gabinetto di voler trovare uno sfidante alle primarie di partito al fine di spodestarlo.
Il Wall Street Journal sottolinea che Blair ha plasmato il messaggio del presidente su sanità ed economia e le sue impronte sul piano di riorganizzazione dei distretti elettorali sono così evidenti che alcuni collaboratori hanno ribattezzato tale pratica - il cosiddetto "gerrymandering"- in "Blairymandering". Le sue iniziative, insomma, non sono passate inosservate. A riprova di ciò il giovane consigliere è stato ritratto di recente assieme ad altri sei alti funzionari dell'amministrazione Usa nel servizio fotografico di Vanity Fair, la stessa rivista che ha pubblicato un lungo servizio su Susie Wiles che ha fatto discutere per le critiche rivolte dalla capo di gabinetto di Trump a diversi elementi del "cerchio magico" di The Donald.
Susie Wiles. Il suo nome torna nella biografia di Blair. Fu proprio lei a coinvolgerlo nella campagna presidenziale del tycoon del 2024. I due avevano già lavorato insieme per il governatore della Florida Ron DeSantis per poi essere allontanati da quest'ultimo. Uno dei primi incarichi di Blair al servizio di Trump fu, curiosamente, quello di attaccare il governatore della Florida, candidato alle primarie repubblicane dell'anno scorso.
Blair, che dopo l'attentato in Pennsylvania contro Trump a volte girava con il giubbotto antiproiettile, viene descritto da chi lo conosce come un tipo aggressivo, incline alle parolacce e costantemente al telefono. Alcuni a Washington lo chiamano l'"Oracolo" per la sua minuziosa conoscenza dei dati e i funzionari Usa confermano che parli con regolarità con il presidente.
Il suo ruolo da "poliziotto cattivo" non è però andato a genio a molti legislatori del Gop, come dimostra lo scontro con Harris. Blair non se ne cura e intanto incassa gli elogi di Trump che, a detta della portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, lo chiama ormai, non a caso, "il brillante James".