Politica estera

Mitsotakis e il coraggio della sfida con il via libera ai matrimoni gay

Il coraggio di sfidare fanti, cavalieri e santi. Kyriakos Mitsotakis non ha tenuto conto del consenso giornaliero, qui e adesso, che arriva da sondaggi e "mi piace" sui social

Mitsotakis e il coraggio della sfida con il via libera ai matrimoni gay

Ascolta ora: "Mitsotakis e il coraggio della sfida con il via libera ai matrimoni gay"

Mitsotakis e il coraggio della sfida con il via libera ai matrimoni gay

00:00 / 00:00
100 %

Il coraggio di sfidare fanti, cavalieri e santi. Kyriakos Mitsotakis (nella foto) non ha tenuto conto del consenso giornaliero, qui e adesso, che arriva da sondaggi e «mi piace» sui social. Ha preso uno di quei sentieri che paga forse a lunga scadenza, facendosi influenzare dai suoi pensieri e da una domanda: lo Stato deve riconoscere il matrimonio tra coppie dello stesso sesso? La risposta non è mai scontata, perché chiama in causa l'idea di famiglia, l'evoluzione di una società, i diritti di genitori e figli, la sensibilità di chi si muove troppo avanti o resta indietro. È una sfida politica. Mitsotakis è il capo di un governo conservatore e leader di Nea Dimokratia, un

partito di destra liberale, con un elettorato non particolarmente sensibile alle famiglie non tradizionali. Se guardi solo ai sondaggi non ti passa per la testa di portare in Parlamento una legge sui matrimoni omosessuali. Mitsotakis non solo lo ha fatto, ma ha vinto la sua battaglia. Il suo disegno di legge ora in Grecia è legge, con 254 voti a favore e 176 contrari. «L'immagine della famiglia è sempre cambiata in risposta ai mutamenti della società. Persone invisibili diventeranno finalmente visibili e i loro figli avranno gli stessi diritti degli altri bambini». Mitsotakis ha lasciato libertà di voto ai parlamentari del suo partito. Ci sono stati i mugugni di chi a destra lo considera incosciente, come i reazionari di «Spartiates» ed «Ellinikì lisi» e degli ultraconservatori di «Niki». Si ritrova addosso le

maledizioni della Chiesa Ortodossa, che lo accusa di sovvertire le fondamenta della società. Si prende pure gli insulti dei comunisti del «Kke», perché non ha fatto abbastanza. Tutto questo però non è davvero importante. Quello che conta è la scelta di un leader che spiazza e sorprende.

Le idee a volte sono importanti.

Commenti