"Il Mossad si è opposto all'operazione contro Hamas in Qatar"

Il Washington Post svela che l'agenzia di intelligence israeliana si sarebbe rifiutata di svolgere una missione di terra nel Paese arabo che ospita i capi politici dell'organizzazione islamista

"Il Mossad si è opposto all'operazione contro Hamas in Qatar"
00:00 00:00

L'attacco lanciato martedì scorso da Israele contro la leadership politica di Hamas in Qatar continua a sollevare reazioni di sdegno tra i Paesi arabi del Golfo e di malcelata perplessità negli Stati Uniti. Nelle ultime ore il Washington Post ha però svelato che il piano ordinato dal governo Netanyahu, nel corso della fase organizzativa, aveva persino incontrato l'opposizione interna da parte del Mossad. Stando a quanto riportato dal quotidiano Usa che cita due foti anonime di Tel Aviv, l'agenzia di intelligence dello Stato ebraico si sarebbe rifiutata di portare a compimento un'operazione di terra volta a neutralizzare i capi del gruppo islamista a Doha, temendo che tale mossa avrebbe compromesso i colloqui per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e danneggiato i legami dell'agenzia con il Qatar.

Ad opporsi a quanto richiesto dalle autorità politiche di Tel Aviv è stato il direttore del Mossad in persona, David Barnea. Le riserve degli 007 sulla missione di terra avrebbero influenzato le modalità di esecuzione dell'attacco e forse le sue probabilità di successo, scrive il Washington Post, il quale sottolinea che i funzionari della sicurezza israeliani concordano sul fatto che tutti i leader di Hamas vadano perseguiti e uccisi, inclusi quelli residenti all'estero. Allo stesso tempo, però, per le spie d'Israele la tempistica dell'operazione era un fattore da tenere in considerazione. Al momento del raid, i capi di Hamas si stavano infatti radunando in una struttura in Qatar - importante alleato di Washington che nel Paese ha installato una base militare strategica - per valutare una proposta del presidente americano Donald Trump per liberare gli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco nella Striscia.

Possiamo prenderli tra uno, due o quattro anni, e il Mossad sa come farlo. Perché farlo ora?”, ha detto un israeliano a conoscenza dei fatti. Gli esperti mettono inoltre in evidenza che il direttore Barnea attribuisce grande valore alla mediazione del Qatar e non intendeva bruciare una cruciale linea di comunicazione. Anche il capo di Stato maggiore dell'Idf, il generale Eyal Zamir, avrebbe sollevato perplessità in merito alla tempistica del blitz a Doha.

L’opposizione del Mossad e l’impossibilità di schierare agenti sul campo avrebbe quindi costretto il governo Netanyahu ad optare per un’operazione dall’alto affidata all’aviazione israeliana. 15 i caccia che avrebbero sganciato 10 missili. Secondo quanto emerso finora, gli obiettivi eliminati sarebbero figure minori di Hamas. Un'analisi confermata da una fonte che al Washington Post ha dichiarato che “Israele non ha ottenuto ciò che voleva”.

Intanto, altri dettagli sulle modalità dell'attacco le ha diffuse il Wall Street Journal che ha rivelato come il raid sia stato condotto da otto F-15 e quattro F-35. I jet avrebbero lanciato missili balistici mentre sorvolavano il Mar Rosso, dall'altro lato quindi della penisola araba rispetto al Qatar, e nessun aereo di Tel Aviv sarebbe entrato nello spazio aereo dei Paesi arabi della regione. Israele avrebbe informato gli Stati Uniti solo pochi minuti prima dell'inizio dell'attacco.

L'amministrazione Trump avrebbe trasmesso l'allerta alle autorità del Qatar tramite l'inviato speciale Steve Witkoff. Un messaggio che sarebbe giunto a Doha una decina di minuti dopo l'impatto dei primi missili israeliani contro i loro obiettivi.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica