Orban duro sul gay pride: "Spettacolo ripugnante ordinato da Bruxelles"

"Questo non è orgoglio, è vergogna", ha tuonato il presidente ungherese, puntando il dito contro l'Ue e l'opposizione

Orban duro sul gay pride: "Spettacolo ripugnante ordinato da Bruxelles"
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Il presidente ungherese Viktor Orban è rimasto in silenzio giusto un giorno, poi ha fatto sentire la sua voce, tuonando contro il Budapest Pride, dove hanno sfilato circa 200mila persone, con carri, musica, bandiere arcobaleno. Usa parole durissime il presidente, non tanto contro chi ha sfilato ma contro quello che secondo lui è il "mandante".

"Drag queen sul palco, uomini con i tacchi, volantini sulla terapia ormonale… Questo non è orgoglio, è vergogna", ha scritto sui social. Ha definito la manifestazione "ripugnante e vergognosa" accusando Bruxelles e l'opposizione ungherese di aver "ordinato" l'iniziativa.

Orbán prosegue il suo ragionamento sottolineando che ciò che si è visto rappresenta "ciò che accadrebbe in Ungheria se non ci fosse un governo nazionale a proteggere la nostra sovranità", con conseguenze che spaziano dall'immigrazione ai servizi pubblici fino alla guerra in Ucraina. "Stiamo lottando per la verità, contro le menzogne", ha dichiarato, rivendicando il sostegno dei 3,7 milioni di ungheresi che votarono al referendum sul genere del 2022 come superiore a qualsiasi manifestazione.

Il giorno del Pride il sindaco di Budapest, Gergely Karacsony, fiero oppositore di Orban, dal palco si è rivolto ai partecipanti: "Oggi avete reso Budapest la capitale dell’Europa". La folla ha accolto il suo arrivo con un’ovazione. Lo scorso marzo il Parlamento ungherese ha approvato una legge che rende reato organizzare o partecipare a eventi che "raffigurano o promuovono" l’omosessualità davanti a minori di 18 anni. E giusto alla vigilia del Pride, Orban ha minacciato "conseguenze legali" per chi avrebbe partecipato. Tutti quelli che hanno partecipato al pride hanno sfidato dunque le autorità, e le possibili provocazioni dei militanti dell'estrema destra. contro-manifestanti dell’estrema destra.

Per evitare rischi gli organizzatori hanno tentato ogni modo per "registrare" la marcia del Pride, tutte respinte dalla polizia facendo riferimento alla legge da poco approvata. Ma non c'è stato nulla da fare.

A quel punto, dunque, per superare l'impasse, il sindaco di Budapest ha dichiarato che la marcia si sarebbe tenuta come "evento municipale", non necessaria, dunque, di un'approvazione da parte della polizia. Ma il governo ha ribadito la propria posizione sottolineando che la marcia era illegale.

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