Non conosce sosta la campagna di Donald Trump contro il narcotraffico e, neanche troppo sullo sfondo, contro il regime venezuelano guidato da Nicolás Maduro. Il portavoce del Pentagono Sean Parnell ha infatti annunciato un'espansione degli sforzi militari contro le "organizzazioni criminali transnazionali" in America Latina attraverso il dispiegamento nella regione nei prossimi giorni della portaerei Usa USS Gerald R. Ford. Nella nota pubblicata dal portavoce del dipartimento della Difesa si legge che l'espansione dello schieramento statunitense ha l'obiettivo non solo di "stroncare il traffico di stupefacenti" ma anche di "degradare e smantellare" i gruppi che operano nell'area.
Il portavoce del Pentagono ha indicato che "la maggiore presenza delle forze statunitensi nell'area di responsabilità del Comando Sud degli Stati Uniti (USSOUTHCOM) rafforzerà la capacità" di Washington "di individuare, monitorare e contrastare gli attori e le attività illecite che compromettono la sicurezza e la prosperità della patria degli Stati Uniti e la nostra sicurezza nell'emisfero occidentale. Queste forze miglioreranno e aumenteranno le capacità esistenti per contrastare il traffico di stupefacenti e indebolire e smantellare le organizzazioni criminali transnazionali".
STATEMENT:
— Sean Parnell (@SeanParnellASW) October 24, 2025
In support of the President’s directive to dismantle Transnational Criminal Organizations (TCOs) and counter narco-terrorism in defense of the Homeland, the Secretary of War has directed the Gerald R. Ford Carrier Strike Group and embarked carrier air wing to the U.S.…
La USS Gerald R. Ford è la portaerei più grande al mondo con una capacità di 100 aerei da combattimento, numerosi elicotteri e oltre 4mila marinai. Al momento è segnalata in sosta nel porto di Spalato, in Croazia, e saranno necessari dunque diversi giorni prima che raggiunga la sua nuova destinazione. Negli ultimi mesi la Ford ha effettuato numerose tappe in Europa ed è accompagnata dai cacciatorpediniere USS Mahan, USS Winston S. Churchill e USS Bainbridge. Secondo il Washington Post al momento non è chiaro se anche tali navi da guerra si muoveranno assieme alla Ford o in quale parte della regione essa verra inviata.
Quanto comunicato dal Pentagono rappresenta un'ulteriore escalation nella campagna annunciata dal presidente Trump sin dalle prime ore della sua amministrazione contro il traffico internazionale di droga, la quale nelle ultime settimane si è tradotta in un rafforzamento della presenza militare americana al largo del Venezuela e in attacchi Usa contro imbarcazioni gestite da bande di narcotrafficanti nei Caraibi e nel Pacifico orientale.
Commentando l'ordine impartito da Washington, il ministro della Difesa del Venezuela Vladimir Padrino ha fatto sapere che l'esercito del suo Paese "si sta preparando ogni giorno per difendere ogni centimetro di territorio" di fronte alla "minaccia militare costituita dal dispiegamento aero-navale degli Stati Uniti che si avvicina ogni giorno di più alle coste venezuelane". Padrino ha sottolineato che "le forze armate nazionali bolivariane (Fanb) e tutte le istituzioni statali" sono concentrate sulla "difesa della nazione", considerando "la concreta minaccia costituita dal dispiegamento senza precedenti di mezzi aerei e navali da parte di una delle più grandi potenze militari del mondo".
Cresce la pressione sul Venezuela
La nota del dipartimento della Difesa Usa, ribattezzato di recente della Guerra per volere del tycoon, è stata pubblicata poche ore dopo che il segretario Pete Hegseth ha annunciato il decimo attacco dell'esercito statunitense contro un'imbarcazione sospettata di trasportare droga. Il raid ha causato la morte di sei persone, portando così ad almeno 43 i morti causati dagli attacchi americani. Nel darne conto in un post su X, Hegseth ha scritto che "se sei un narcoterrorista che traffica droga nel nostro emisfero, ti tratteremo come trattiamo Al-Qaeda. Giorno e notte, mapperemo le tue reti, rintracceremo i tuoi uomini, ti daremo la caccia e ti uccideremo".
Nelle scorse ore l'Afp ha inoltre rivelato che almeno un bombardiere B-1B statunitense ha sorvolato mercoledì il Mar dei Caraibi al largo delle coste del Venezuela. Si tratterebbe della seconda dimostrazione di forza da parte di aerei militari statunitensi in una settimana. Per la Cnn The Donald starebbe poi valutando di prendere di mira i siti e le rotte della cocaina in Venezuela. Una decisione definitiva non è ancora stata presa e non sarebbe stata comunque esclusa una soluzione diplomatica ma diverse ricostruzioni di stampa sembrerebbero indicare come l'amministrazione Trump punti ad un'azione militare volta a rovesciare il regime di Maduro.
Sanzioni contro il presidente colombiano
Nel mirino di Trump non ci sarebbe però soltanto il leader venezuelano. Come già nel caso di Maduro, la Casa Bianca accusa di traffico di droga anche il presidente della Colombia Gustavo Petro. Poco fa il dipartimento del Tesoro Usa ha annunciato sanzioni proprio nei confronti di Petro, della moglie Veronica del Socorro Alcocer Garcia, del figlio Nicolas Petro e del ministro dell'Interno Armando Benedetti. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha affermato che "da quando il presidente Gustavo Petro è salito al potere, la produzione di cocaina in Colombia è esplosa raggiungendo il tasso più alto degli ultimi decenni, inondando gli Stati Uniti e avvelenando gli americani". Bessent ha poi aggiunto che "il presidente Petro ha permesso ai cartelli della droga di prosperare e si è rifiutato di fermare questa attività. Oggi il presidente Trump sta intraprendendo un'azione forte per proteggere la nostra nazione e chiarire che non tollereremo il traffico di droga nel nostro Paese".
Immediata la reazione del presidente colombiano, il quale ha dichiarato che "lottare contro il narcotraffico per decenni e con efficacia mi porta a questa misura del governo della società che tanto abbiamo aiutato.
Un paradosso, ma nessun passo indietro e mai in ginocchio". Nei giorni scorsi Trump aveva definito Petro un "leader del narcotraffico illegale" e aveva minacciato di sospendere gli aiuti a Bogotà e di adottare misure unilaterali.