Politica estera

Perché l'Iran ha utilizzato dispositivi Gps occidentali per cercare Raisi?

Le squadre di soccorso alla ricerca di Raisi, questa notte, erano attrezzate con navigatori GPS di fabbricazioni statunitense. Come ci sono arrrivati in Iran?

Perché l'Iran ha utilizzato dispositivi Gps occidentali per cercare Raisi?

Nella notte iraniana appena trascorsa, le squadre di ricerca iraniane sono andate avanti senza trovare traccia del presidente Raisi e dei superstiti. I soccorritori impegnati da ieri nella ricerca dell'elicottero che trasportava il presidente iraniano sono riusciti a rintracciare e raggiungere stamattina il sito dell'incidente, non trovando "alcun sopravvissuto". Poi, la conferma della morte del presidente iraniano e del ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian.

Quegli strani navigatori nelle ricerche di Raisi

Al netto della notizia sconvolgente e dei suoi corollari, fin da ieri, le prime immagini dei soccorritori a lavoro sotto una pioggia sferzante, hanno mostrato qualcosa di apparentemente insolito. Alcuni di essi, appartenenti e non alla Mezzaluna rossa, recavano in mano dei navigatori satellitari a marchio Garmin.

Si tratta della multinazionale svizzera con sede legale a Sciaffusa ma sede operativa a Olathe, nel Kansas. L'azienda produce e sviluppa tecnologie per GPS: si tratta della stessa compagnia che nel 2008 entrò nel mercato dei telefoni cellulari dotati di GPS con un prodotto dal nome Novifon, realizzati sino al 2010. Ciò che è interessante è che i prodotti Garmin sono stati fra i primi a essere compatibili con OpenStreetMap ma soprattutto con il sistema GLONASS, ovvero il sistema globale satellitare di navigazione russo, alternativo al GPS. L'azienda, fondata nel 1989, quotata in borsa, oggi produce prodotti per il settore automobilistico, per lo sport, l'otdoor e la nautica. Ma anche tante altre attrezzature come Radio VHF e AIS, stazioni meteo, ecoscandagli, antenne radar. Ma è ai navigatori satellitari che deve la sua fama, soprattutto tra gli amanti del geocaching, oltre che da fitte schiere di professionisti che necessitano del GPS nella propria professione.

Oltre Raisi: perché quei navigatori non dovrebbero essere in Iran

Ma torniamo a Raisi e all'Iran. La domanda sorge spontanea: cosa ci fa una tecnologia simile, fra l'altro di quelle ritenute "a doppio uso", in Iran? Le regole imposte dalle sanzioni americane, infatti, sono molto chiare sul tema. Dagli Stati Uniti, non possono essere esportati in Iran beni, tecnologia o servizi, soprattutto se destinati in maniera diretta o indiretta al governo dell'Iran. Eccezioni farebbero alcuni prodotti intermedi, utili a creare prodotti finiti ma nei quali la partecipazione americana sul prodotto finito e minimale, secondo i rigidi criteri dell'Office of Foreign Assets Control (Ofac).

Tant'è che la maggior parte degli istituti universitari e di ricerca americani hanno pubblicato sui propri siti istituzionali delle precise regole guida e una lista di FAQ per i propri ricercatori: quando questi devono spostarsi all'estero, infatti, possono essere soggetti a determinate restrizioni o, al contrario, a delle eccezioni se le tecnologie che portano dietro sono funzionali alla realizzazione del proprio lavoro. Qui, ad esempio, le regole guida della University of South Florida circa laptop, GPS e simili.

Quanto alla Garmin, spulciando il loro sito (sia quello italiano che la versione.com), simulando un acquisto delle suddette tecnologie, è facile verificare che l'Iran non è tra Paesi in cui l'azienda spedisce. Tra l'altro, la pagina di supporto al cliente dell'azienda inserisce l'Iran fra i Paesi in cui i prodotti per tecnologie di navigazione satellitare sono sottoposti a embargo, specificando come le norme americane verso determinati Paesi vietano la fornitura di questo tipo di tecnologie. In un'altra sezione del sito, l'azienda rimanda esplicitamente alle norme Usa sull'esportazione, vendita, rivendita e simili di tali prodotti in alcuni Paesi tra cui proprio l'Iran, in buona compagnia con Russia, Cuba, Corea del nord, ecc. ecc., rimandando alla specifica senzione del Tesoro americano, aggiornata al 16 maggio di quest'anno. Ergo, quei navigatori non possono essere nè venduti, nè spediti, tantomeno introdotti nel Paese.

Le sanzioni all'Iran: tutti i dubbi

Come ci sono arrivati, dunque? Qui il mistero si infittisce. Perché navigando nel sito digikala.com, l'"Amazon iraniano", e provando a cercare i prodotti Garmin, questi risultano disponibili. Si possono trovare, a prezzi vantaggiosi, orologi solari, fotocamere, batterie, caricabatterie ma soprattutto i famigerati navigatori GPS in formato pocket. Gli stessi che sono ben visibili tra le mani dei soccorritori alle prese con la ricerca di Raisi e il suo elicottero. Ordinarli è possibile, anche con spedizione veloce, a circa trecento euro, sebbene le scorte sembrano essere in via d'esaurimento. Navigando ancora in rete, inoltre, è possibile trovare un'ulteriore stranezza: la Garmin sembra essere in qualche modo legata a una società iraniana, la Fatehin Sanat Sharif Pty, che si occupa di tecnologia e comunicazioni. La società, nel suo curriculum online, cita-come se fosse una collaborazione o un'opzione di vendita-i prodotti dell'"Emisfero Garmin", specificando accanto al nome dell'azienda occidentale, la dicitura "fornitura di tutti i tipi di apparecchhiature di posizionamento dell'azienda".

Anche scartabellando tra le sanzioni internazionali, il nome Garmin viene fuori. Questa volta a proposito del conflitto in Ucraina. Il sito opensanctions.

org, infatti, cita quattro persone sanzionate, tutte donne ( Tkachenko Zinaida Nikolaevna, Trofimova Tatyana Valerievna, Tsmokalo Natalia Alexandrovna e Kartushina Lyubov Evgenievna), accusate di vendere attraverso gruppi di solidarietà ai militari russi una gran quantità di tecnologie minori. Fra queste, assieme a droni, apparecchiature radio, medicine, anche i dispositivi Garmin Gps Map 64 x, gli stessi in dotazione ai soccoritori iraniani in queste ore.

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