Politica estera

"Rimesso lo champagne in frigo". Perché ora Michel ha stancato l'Ue

Le giravolte elettorali di Charles Michel stanno facendo perdere la pazienza ai suoi colleghi europei. In tanti a Bruxelles ne chiedono l'uscita di scena in una fase così critica per i 27

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Che pasticcio, Charles Michel. Le montagne russe della candidatura dell'attuale presidente del Consiglio europeo, infatti, continuano a far discutere. Ne avevamo già parlato da queste colonne in connessione alle alterne sorti dell'Ungheria di Viktor Orban, la cui successione pro-tempore al "trono" del Consiglio aveva indotto Michel a rinunciare alle sue ambizioni elettorali.

Charles Michel contro tutti

In questo momento, al di là di voci e previsioni, Michel resta al suo tavolo e dovrà fare i conti con un rischiosissimo Consiglio europeo straordinario, domani, che lui stesso aveva chiesto per sbloccare l'impasse sui fondi all'Ucraina.

A raccontare i retroscena della missione di un personaggio dalla dubbia verve (si ricorda il sofagate assieme alla collega Ursula von der Leyen) è Politico, che avrebbe ricevuto le doléances di numerosi colleghi europei del Presidente. "Ho capito, devo rimettere lo champagne in frigo", avrebbe commentato un diplomatico, dopo aver saputo dell'inversione di marcia dell'ex premier belga. E come lui sarebbero in tanti a pensarla uguale, stando alle fonti citate dal giornale. Le ragioni? "Una gestione caotica delle riunioni dei leader e degli affari del Consiglio" e la rivalità con la presidente della Commissione von der Leyen, tutti buoni motivi, che avevano fatto sperare in un cambio di poltrona.

Una dura prova per Michel

Se l'orizzonte di vedere Michel inoltrarsi nella selva delle Elezioni Europee 2024 aveva fatto tirar fuori più di una bottiglia di champagne dal frigo, le sue giravolte hanno fatto indispettire più di qualcuno. A Bruxelles le due notizie, quella della candidatura al Parlamento Europeo, prima, quella del ripensamento poi, hanno fatto scandalo. "Tutti sono stanchi di Michel", ha spiegato un funzionario belga. "Ormai gli resta solo da assicurarsi che l'incontro inizi per tempo e che tutti abbiano una penna che funzioni", ha commentato un diplomatico, ricordando che il ruolo di Michel è fondamentale per mediare il necessario accordo tra i 27 leader del blocco. Si tratta di una posizione particolarmente critica proprio ora, in vista di una riunione straordinaria dei capi di governo dell'Ue in programma per domani, dove la tensione con Orban si taglierà con il coltello. Secondo numerosi colleghi, il ripensamento elettorale ne ha minato ancora di più la credibilità politica, soprattutto in questo frangente in cui risulta necessario prendere decisioni urgenti.

La lettera di Michel ai 27

Nel frattempo, a Bruxelles, più di qualcuno aveva già pensato a un potenziale successore: l'annuncio della candidatura all'inizio del mese aveva dato il via al totonomi: tra i nomi circolati, quello di Mette Frederiksen, primo ministro danese, del portoghese António Costa e di Enrico Letta. Ma Michel resta e i suoi accoliti del MR lo difendono a spada tratta, sottolineandone il coraggio nel sottomettersi alla volontà elettorale del popolo. Anche a questo proposito, i suoi detrattori erano pronti a storcere il naso anche in caso di corsa al Parlamento Europeo.

Nel frattempo, Michel tenta di recuperare la sua moral e political suasion in vista di domani, con una missiva ai leader europei in vista del vertice. "Date le circostanze, coglieremo l'occasione per affrontare con urgenza tutti gli aspetti della nostra assistenza militare all'Ucraina. Ciò include la fornitura di munizioni, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del marzo 2023, e l'adeguamento degli strumenti Ue pertinenti per fornire aiuti più rapidamente, integrando al contempo gli sforzi bilaterali", ha scritto Michel.

"Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo continuare le nostre donazioni, adattare gli ordini ed effettuarne di nuovi, il che darà anche impulso all'industria europea della difesa", conclude Michel.

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