"Porky Pig Party". "Senza sussidi torni in Sudafrica". Nuova rissa tra Musk e Trump

La rottura tra i due nasce dal taglio ai sussidi per i veicoli elettrici e da un disaccordo profondo sulla gestione del debito pubblico

"Porky Pig Party". "Senza sussidi torni in Sudafrica". Nuova rissa tra Musk e Trump
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Dal "C'eravamo tanto amati" al botte da orbi, il passo è stato rapido tra Donald Trump e l'ex braccio destro Elon Musk. Mentre il Senato americano si appresta ad approvare il maxi disegno di legge sulla spesa proposto dal presidente — con l'obiettivo di trasmetterlo alla Casa Bianca entro il 4 luglio — il patron di Tesla ha duramente attaccato il provvedimento, definendolo “una follia di bilancio”. Musk ha attaccato nuovamente Trump dal suo scranno su X: “È evidente che, con questa spesa insensata che aumenta il tetto del debito di una cifra record di CINQUE MILIARDI DI DOLLARI, viviamo in un Paese di fatto monopartitico: il PORKY PIG PARTY!”.

Musk ha invocato la nascita di un nuovo soggetto politico “che si preoccupi davvero delle persone” e ha rincarato la dose, affermando che ogni membro del Congresso che approverà il disegno di legge “dovrebbe vergognarsi”. Ha aggiunto che farà di tutto affinché quei legislatori perdano le primarie nel 2026. Il dissenso tra Musk e Trump, un tempo alleati, è diventato pubblico dopo che il miliardario ha accusato il piano di bilancio di voler tagliare i sussidi per i veicoli elettrici, un settore strategico per le sue aziende. La Casa Bianca ha risposto citando un’intervista rilasciata da Trump a Fox News: “Elon è una persona brillante e avrà sempre successo. Ma è arrabbiato perché il provvedimento taglia certi incentivi fiscali”.

Le tensioni sono sfociate in una vera e propria faida digitale: Musk, che nei primi mesi del 2025 aveva già criticato l’establishment di Washington per l’inefficienza amministrativa, ha lanciato il 5 giugno su X un sondaggio tra i suoi follower sull’opportunità di fondare un nuovo partito. Anche se ha poi rimosso alcuni post polemici, il messaggio resta chiaro: Musk non intende più sostenere passivamente il sistema politico attuale, intensificando le critiche alla manovra di spesa proposta da Trump, definendola “completamente folle e distruttiva” e accusando i membri del Congresso di aver tradito le promesse elettorali sulla riduzione del debito. “Chi ha fatto campagna contro la spesa pubblica e poi ha votato il più grande aumento del debito della storia perderà le primarie, fosse anche l’ultima cosa che faccio”, ha tuonato il CEO di Tesla.

Il Senato americano ha affrontato una maratona legislativa di oltre 20 ore per esaminare il maxi piano economico voluto da Donald Trump, il "One Big Beautiful Bill Act". Il disegno di legge, che punta a rinnovare i tagli fiscali del 2017, incrementare la spesa per difesa e frontiere e ridurre drasticamente il welfare, deve ora superare un voto cruciale alla Camera, dove la maggioranza repubblicana è in bilico e il vicepresidente JD Vance potrebbe diventare decisivo in caso di stallo.

Nonostante i toni duri, Trump aveva scelto di stemperare le tensioni, elogiando Musk in un’intervista a Fox News come “un tipo meraviglioso e intelligente”, pur ricordando con disappunto un post poi rimosso in cui il miliardario lasciava intendere un legame tra il presidente e Jeffrey Epstein. Resta però netta la distanza sul disegno di legge, che Musk accusa di sostenere “industrie del passato” a scapito dell’innovazione e dell’occupazione futura.

Trump, nel giro di qualche ora, è passato al contrattacco, accusando Musk di essere il maggiore beneficiario di fondi pubblici nella storia e suggerendo provocatoriamente che, senza sussidi statali, il fondatore di Tesla sarebbe costretto a “chiudere bottega e tornare in Sudafrica”.

E ancora, a mezzo Truth Sociale. “Senza razzi, satelliti e auto elettriche il Paese risparmierebbe una fortuna”, ha ironizzato il presidente, evocando sarcasticamente Dogecoin come consulente per valutare i tagli.

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