Politica estera

I sondaggi rilanciano Trump: così il tycoon può prendersi le primarie del Gop

"Ai democratici radicali di sinistra non dovrebbe essere consentito di indagare su di me nel mezzo delle mia campagna" accusa Trump, in testa ai sondaggi tra gli elettori repubblicani. Male DeSantis

I sondaggi rilanciano Trump: così il tycoon può prendersi le primarie del Gop

Ascolta ora: "I sondaggi rilanciano Trump: così il tycoon può prendersi le primarie del Gop"

I sondaggi rilanciano Trump: così il tycoon può prendersi le primarie del Gop

00:00 / 00:00
100 %

Nonostante i guai con la giustizia e le inchieste pendenti sui documenti top secret e sull'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, l'ex presidente Donald Trump continua a godere di un grande consenso tra gli elettori repubblicani. Secondo un sondaggio di New York Times-Sienna, il tycoon ha il 54% delle preferenze mentre il suo principale rivale, il governatore della Florida Ron DeSantis, è fermo al 17%. Nessun altro candidato supera il 3%. Trump continua ad avere un vantaggio decisivo in ​​quasi tutti i gruppi demografici e in tutte le varie aree politiche e ideologiche del partito repubblicano: il New York Times spiega che l'ex presidente è in vantaggio tra gli uomini e le donne, tra gli elettori giovani e meno giovani, tra i moderati e o conservatori, tra i laureati e i non laureati, nelle città, nelle periferie e nelle zone rurali del Paese.

DeSantis non sfonda, male tutti gli altri

Il sondaggio dimostra che DeSantis non riesce a sfondare né tra i moderati né tra i più conservatori, segnale che gli argomenti da lui trattati ad oggi non hanno fatto breccia e gli elettori continuano a preferire l'ex presidente. Male tutti gli altri candidati: l'ex vicepresidente Mike Pence, l'ex ambasciatore delle Nazioni Unite Nikki Haley e il senatore Tim Scott della Carolina del Sud si fermano tutti attorno al 3% mentre Chris Christie, l'ex governatore del New Jersey, e l'imprenditore Vivek Ramaswamy, raggiungono appena il 2% dei consensi tra gli intervistati. Anche qualora questi ultimi candidati si facessero da parte, DeSantis perderebbe comunque con un ampio margine: 62% dell'ex presidente contro il 31% del governatore della Florida, secondo lo stesso sondaggio. Per DeSantis, la campagna elettorale è tutta in salita: secondo il Guardian, infatti, il politico di origini italiane ha già licenziato il 30% del suo staff elettorale, compreso il giornalista e saggista conservatore Nate Hochman. Diversi importanti donatori, tra i quali Rubert Murdoch - che avrebbe definito un "perdente" il governatore della Florida - avrebbero già abbandonato la nave, mentre si registra il flop di due raccolte fondi negli Hamptons. Per tentare di strizzare l'occhio all'elettorato "antisistema" nel quale Trump sembra essere imbattibile, DeSantis ha annunciato che avrebbe nominato Robert F. Kennedy Jr alla guida della Food and Drug Administration e sui Centers for Disease Control and Prevention, ma la proposta pare non abbia sortito alcun effetto.

I guai giudiziari dell'ex presidente

Gli elettori repubblicani sembrano essere piuttosto disinteressati dei guai giudiziari e delle incriminazioni di Trump. Anzi. Per certi versi la narrazione della "caccia alle streghe" a cui sarebbe sottoposto il magnate sembrerebbe essere vincente. Il 28 luglio scorso, l'indagine del consigliere speciale Jack Smith sulla presunta conservazione impropria di documenti riservati nella sua residenza di Mar-a-Lago, a Palm Beach, è stata ampliata: Trump dovrà rispondere di nuovi capi d'imputazione, poiché l'ex presidente e il suo staff sono accusati di aver tentato di cancellare i filmati delle telecamere di sicurezza di Mar-a-Lago richiesti dal gran giurì. Trump deve già affrontare 37 capi d'accusa federali derivanti dall'indagine sui documenti top-secret. Le accuse a carico dell'ex presidente includono la conservazione intenzionale di informazioni inerenti la difesa nazionale, la cospirazione per ostacolare la giustizia e false dichiarazioni, secondo una copia dell'atto d'accusa diffusa dalla stampa Usa.

Il 18 luglio scorso l'ex presidente aveva rivelato su Truth di aver ricevuto una lettera dal procuratore Smith nella quale veniva informato di essere oggetto di un'inchiesta da parte del gran giurì in merito all'assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. E nei giorni scorsi agli avvocati del magnate è stato comunicato di attendersi una seconda incriminazione per l'assalto al Congresso. L'ex presidente passa al contrattacco e su Truth afferma: "Ai democratici radicali di sinistra non dovrebbe essere consentito di indagare su di me nel mezzo delle mia campagna. Perché non hanno presentato questa accuse ridicole due anni e mezzo fa? Hanno aspettato perché vogliono illegalmente e negativamente influenzare le elezioni del 2024, le più importanti della storia.

Ci riprenderemo il nostro paese del terzo mondo e lo renderemo di nuovo grande".

Commenti