
Un incontro con Volodymyr Zelensky è possibile, ma il leader di Kiev deve recarsi a Mosca: questa la provocazione di Vladimir Putin. Intervenuto in conferenza stampa al termine della sua visita in Cina, il presidente russo è stato diretto: “Se Zelensky è pronto, venga a Mosca”. "Per quanto riguarda eventuali incontri con il signor Zelensky, ne ho già parlato. In generale, non ho mai escluso la possibilità di un incontro del genere" ha aggiunto, per poi domandarsi: “Ma questi incontri hanno senso?".
Se l’offensiva di Mosca prosegue senza sosta, Putin – almeno a parole – non chiude le porte a un’intesa per la pace. Secondo lo zar, con “il buonsenso” potrebbe essere “possibile concordare un'opzione accettabile o un modo accettabile per porre fine a questo conflitto”. Il leader del Cremlino si è soffermato anche sulla mediazione di Donald Trump, rimarcando che l’attuale amministrazione americana “ha la volontà e il desiderio di trovare questa soluzione”.
“Credo che ci sia luce alla fine del tunnel, vedremo” ha proseguito Putin nell’incontro con i giornalisti, per poi ribadire: “Altrimenti, saremo costretti a risolvere tutti i nostri obiettivi con mezzi militari”. Sul fronte militare le forze russe stanno avanzando “su tutti i fronti”, ha aggiunto, evidenziando che l’Ucraina “non è in grado di lanciare offensive su larga scala”: “Non dobbiamo rilassarci adesso, forse stanno preparando alcune riserve, alcune azioni, eventi su larga scala, ma un'analisi preliminare dei nostri esperti militari dice che l'esercito ucraino non ha questa capacità”.
Non è mancata una battuta sulle proposte di garanzie di sicurezza per l’Ucraina.
Putin ha affermato che “qualsiasi Paese deve avere assicurazioni sulla sicurezza”, ma ha tenuto a chiarire che questo “non è collegato allo scambio di territori” come parte di un accordo di pace, portando avanti la sua narrazione: “Per essere onesti, non combattiamo per il territorio, ma per i diritti umani, per i diritti delle persone che vivono in quel territorio, per parlare in lingua russa e vivere secondo le loro tradizioni”.