Politica estera

"Minacce dagli Usa, chiedo asilo a Putin". E l'accusatrice di Biden vola a Mosca

Tara Reade annuncia in conferenza stampa, accompagnata da Maria Butina, di voler chiedere la cittadinanza russa a causa delle minacce ricevute dal governo Usa

"Minacce dagli Usa, chiedo asilo a Putin". E l'accusatrice di Biden, Tara Reade, vola a Mosca

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"Minacce dagli Usa, chiedo asilo a Putin". E l'accusatrice di Biden, Tara Reade, vola a Mosca

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L'accusatrice di Joe Biden, Tara Reade, chiede asilo alla Russia di Vladimir Putin. La donna è apparsa nelle scorse davanti ai media russi in compagnia di Maria Butina - quest'ultima accusata dagli Stati Uniti di essere una spia al servizio del Cremlino - spiegando di aver subito gravi minacce e di non sentirsi più al sicuro negli Stati Uniti, dove è nata e cresciuta. "Sono ancora un po' stordita, ma mi sento molto bene", ha detto Reade a Sputnik News, come riportato dal Daily Wire. "Mi sento davvero circondata da protezione e sicurezza. E apprezzo moltissimo Maria Butina e tutti coloro che mi hanno dato questa protezione in un momento in cui è molto difficile sapere se sono al sicuro o meno".

Chiesta la cittadinanza russa

Reade ha riunito i giornalisti per annunciare la sua richiesta di voler chiedere protezione e asilo al presidente Vladimir Putin. "Sto per fare una richiesta, ed è una richiesta importante: vorrei chiedere la cittadinanza russa al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e spero che Maria possa aiutarmi", ha detto Reade davanti ai cronisti: "Prometto di essere una buona cittadina e di portare avanti la mia vita in modo positivo". Durante la conferenza stampa, la donna ha ripetutamente attaccato gli Stati Uniti, spiegando di aver ricevuto minacce dal governo Usa - e dalle agenzie - e di temere per la sua vita. Per questo motivo avrebbe chiesto la cittadinanza russa e deciso di cambiare vita. Immediata la replica della Casa Bianca, con il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, che a proposito del caso di Tara Reade ha voluto sottolineare che le "accuse che la sua vita fosse in pericolo sono assolutamente false".

L'accusa contro Biden

Tara Reade accusa, da anni, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden di violenza sessuale. Secondo la donna, il fattaccio sarebbe successo nel 1993, quando lei lavorava nello staff dell'allora senatore, che ha sempre smentito la ricostruzione della sua accusatrice. L'episodio, com'è noto alle cronache, risale al 1993, quando Tara Reade, oggi 58 anni, portò all'esponente dem una borsa per la palestra. Al Giornale, l'ex collaboratrice di Biden, in compagnia dell'amica italiana Michela Morellato, con la quale aiuta le donne vittime di violenza sessuale, ha raccontato in passato di com'è stata scaricata da quel mondo - quello dei democratici - in cui si riconosceva. Come ha già dichiarato in altre occasioni, la donna, all'epoca nello staff di Biden, sostiene di essere stata toccata, baciata e infine "penetrata con le dita" dall'allora senatore del Delaware fra le mura di Capitol Hill. "Quando, nel 2019, ho reso pubblica la mia storia con altre sette donne - ricorda Reade -mi hanno denigrata". Si aspettava il sostegno del #MeToo e dei dem. Così non è stato. "Per me e per le altre sembrava un momento sicuro per esporci. Prima che Joe Biden si candidasse alla presidenza, avevo già deciso di rendere pubblica la cosa. Mia figlia era cresciuta, volevo sapesse la verità. Non potevo sapere però che due delle fondatrici di Time's Up erano advisor di Joe Biden", in riferimento al gruppo no-profit che raccoglie fondi per sostenere le vittime di molestie sessuali fondato nel 2018 dalle celebrità di Hollywood. Delusa dagli Usa, ora ha deciso di rivolgersi alla Russia di Putin.

Ma la sua battaglia contro Biden non è finita.

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