Il ricatto dell'Iran ad Israele: "Sveliamo i vostri segreti nucleari"

Sempre più alta la tensione sul dossier nucleare di Teheran. Il presidente Usa Donald Trump sente al telefono il premier israeliano Benjamin Netanyahu

Il ricatto dell'Iran ad Israele: "Sveliamo i vostri segreti nucleari"
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Scontro a distanza, per ora solo a parole, tra Iran e Israele, i due Paesi nemici giurati che sembrano avviarsi verso una pericolosa escalation in Medio Oriente. Mentre proseguono i negoziati tra Teheran e Washington sul programma nucleare iraniano mediati dall’Oman e visti con sospetto dal governo israeliano, il regime degli ayatollah ha fatto sapere che le sue spie hanno messo le mani sui segreti nucleari di Tel Aviv precisando di voler rendere presto pubbliche tali informazioni.

A svelare il risultato di un’operazione degli 007 della Repubblica Islamica ancora tutta da verificare è stato il ministro dell’Intelligence dell’Iran, Esmail Khatib, il quale domenica ha affermato alla televisione di Stato che Teheran ha ottenuto “una vasta raccolta di documenti strategici e sensibili (israeliani), inclusi progetti e dati sugli impianti nucleari”. L’alto funzionario iraniano ha quindi lasciato intendere che parte della documentazione trafugata sarebbe collegata all’arresto effettuato dalle autorità israeliane di due cittadini dello Stato ebraico, Roi Mizrahi e Almog Attias, sospettati di spionaggio a favore dell’Iran.

Khatib, che ha rilasciato le esplosive dichiarazioni dopo una riunione di gabinetto, ha affermato che tra le migliaia di documenti sequestrati ci sono anche informazioni relative agli Stati Uniti, all’Europa e ad altri Paesi. Pochi i dettagli resi noti dal ministro che ha parlato di “infiltrazioni” e “accesso alle fonti”. Quanto rivelato da Teheran ha trovato una conferma nelle dichiarazioni rilasciate nel corso di una conferenza stampa a Vienna dal capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, che ha detto che le informazioni divulgate dal regime degli ayatollah sembrano riferirsi al centro di ricerca nucleare israeliano di Soreq.

Grossi non ha fornito ulteriori informazioni ma, come sottolineato dall’Associated Press, è risaputo come l’Aiea gestisca un sistema di segnalazione riservato che consente alle nazioni di comunicare incidenti di sicurezza che coinvolgono i loro programmi nucleari. Soreq, situato ad una ventina di chilometri da Tel Aviv, è un laboratorio per la scienza nucleare attivo dal 1958 ed è monitorato dall’Aiea. L’agenzia con sede a Vienna non ha però accesso all’impianto nucleare israeliano di Dimona che fornisce combustibile per il programma nucleare dello Stato ebraico, non ufficialmente dichiarato.

Il Guardian riporta che persino nello stesso Iran ci sia un certo scetticismo circa la possibilità che le spie iraniane possano aver ottenuto intelligence così delicate. Una delle ipotesi che circola tra gli osservatori è che la sortita di Teheran abbia lo scopo di dissuadere Israele dall’attaccare gli impianti nucleari iraniani evocando la minaccia di rappresaglie contro i siti atomici del nemico. Un’altra spiegazione che circola in queste ore poggia sulla considerazione che con la sua mossa l’Iran intenda dimostrare all’opinione pubblica che il regime teocratico è in grado di rispondere ad un’operazione di spionaggio simile condotta dagli israeliani nel 2018. All’epoca Tel Aviv affermò che i suoi 007 avevano trafugato una “mezza tonnellata” di documenti nucleari iraniani.

Sullo sfondo, aleggia il voto previsto in occasione della riunione trimestrale del Consiglio dei governatori dell’Aiea che potrebbe riportare il dossier atomico della Repubblica Islamica al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e alla reimposizione di nuove sanzioni Onu. In particolare Francia, Germania e Regno Unito si starebbero preparando a condannare la Repubblica Islamica per non aver fornito tutte le risposte sulle sue attività nucleari.

In serata si è poi appreso che il presidente americano Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Durante la telefonata, durata 40 minuti, sarebbe stata affrontata la questione iraniana e, stando a quanto riferito dall’emittente israeliana Channel 12, Netanyahu presiederà una riunione su tale argomento con tutti i vertici della Difesa.

Intanto, il viceministro degli Esteri iraniano per gli Affari politici, Majid Takht-e-Ravanchi, ha reso noto che presenterà agli Stati Uniti una controproposta all'accordo presentato dagli Stati Uniti sul programma nucleare di Teheran che sarà “logica e costruttiva”.

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