Sistema di difesa integrato: il piano degli Usa per lo scudo nel Golfo

Gli Stati Uniti puntano a capitalizzare sui successi nella difesa di Israele dall'attacco dell'Iran e contro gli Houthi nel Mar Rosso per promuovere la creazione di un sistema di difesa integrato tra tutti i partner del Golfo

Sistema di difesa integrato: il piano degli Usa per lo scudo nel Golfo
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Gli Stati Uniti puntano a capitalizzare sul successo ottenuto nella difesa di Israele dall’attacco con missili e droni iraniano del 14 aprile. Durante gli incontri dello US-Gulf Cooperation Council (Ccg) tenutisi mercoledì 22 maggio a Riad, Washington ha spinto per portare avanti il suo piano di lunga data per la costruzione di uno scudo missilistico integrato regionale.

Non è sfuggito agli alleati che l’efficacia nella difesa contro quel sostanziale fuoco di sbarramento da parte dell’Iran non è stata dovuta solamente alle capacità individuali dei Paesi, Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna”, ha dichiarato in forma anonima un funzionario di Washington a Reuters. Ma al fatto che esista una sostanziale integrazione tra questi Paesi”. Il vertice nella capitale saudita, inoltre, si è svolto mentre i ribelli Houthi dello Yemen continuano ad attaccare con missili e droni le navi mercantili nel Mar Rosso. Un altro teatro bellico, questo, dove è stata dimostrata la potenza delle difese aeree occidentali.

Nonostante ciò, secondo esperti e analisti statunitensi non è chiaro se gli Stati del Golfo alleati degli Usa, ovvero Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Bahrein, Qatar e Emirati Arabi Uniti, siano effettivamente convinti che l’esercito americano accorrerà in loro difesa con la stessa prontezza che ha dimostrato nei confronti di Israele o se siano disposti a condividere tra di loro informazioni sensibili sulla difesa. Riguardo a questo ultimo punto, i funzionari della Casa Bianca hanno ammesso la riluttanza di lungo periodo dei vari Paesi, che temono rivelazioni riguardo alle loro vulnerabilità.

Washington dovrebbe chiarire a questi partner che possono aspettarsi lo stesso livello di sostegno difensivo se l'Iran li attacca direttamente”, ha commentato Dana Stroul, principale consulente del Pentagono per gli affari mediorientali fino alla fine del 2023. L’esperta ha inoltre sottolineato che i Paesi del Golfo dovranno sia prendere una decisione politica sull’opportunità di procedere con la condivisione dell’intelligence regionale e gli investimenti in comunicazioni sicure, sia impegnarsi a “comprare americano” o da altre fonti ritenute sicure. Gli Stati che compongono il Ccg, infatti, hanno acquistato dispositivi difensivi da compagnie statunitensi, europee, cinesi e russe.

Questo modus operandi li ha generato dei contrasti con Washington, che li ha avvertiti di non poter collegare attrezzature prodotte da Pechino o Mosca con i propri sistemi per la difesa aerea e missilistica integrata (Iamd).

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