Politica estera

Gli studenti non hanno sempre ragione

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Gli studenti non hanno sempre ragione

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Un totem si aggira in Occidente: le proteste universitarie sono valide e giuste a prescindere e dunque non contestabili. Al massimo, si può discutere sulla violenza, ma solo se distruttiva verso le persone; le cose sia pubbliche che private possono essere devastate e sicuramente il diritto alle lezioni, allo studio e alle sedute di laurea non può valere a fermare un’occupazione. Per corollario, il totem include la sospensione della democrazia, per cui anche una minoranza, purché rumorosa, è sufficiente ad assimilare e rappresentare tutti gli altri.
Come ogni totem, andrebbe abbattuto.

I giovani non sono infallibili e la loro purezza ideale non è sinonimo di giustezza politica. Anzi, a dirla tutta è piuttosto frutto di scarsa esperienza delle cose mondane e dunque foriera di valutazioni semplicistiche, quando non utopistiche.

Andrebbe, ma non sarà abbattuto perché viene da lontano.

I boomers, che sono i padri dei professori e i nonni degli studenti, trasformarono la giovinezza da età della vita a status esistenziale. Tutti ricordano e vogliono rivivere le emozioni di Fragole e sangue, il cult movie delle occupazioni universitarie, al suono di Give Peace a Chance.

Eppure, se solo guardassimo obiettiva mente a quegli anni e quelle proteste, scopriremmo che prendemmo delle gran cantonate.

Sì, magari le marce contribuirono davvero alla sconfitta degli Usa in Vietnam.

Ma a quel popolo vincere costò milioni di morti, e per cosa? Per avere oggi i McDonald’s che erano già compresi nell’opzione americana? Sventolavamo il Libretto Rosso, ignari che la nobile Rivoluzione Culturale mandò a morte milioni di cinesi. Corteo dopo corteo, tanti cominciarono a trovare inappaganti spranghe e catene: meglio la P38. Anni fantastici, indubbiamente, ma sapevano un po’ di piombo.

Sbagliavamo noi, magari sbagliano pure questi. Le vittime civili di Gaza sono una tragedia, fin qui ci siamo. Ma con Hamas non si fa la pace, come non si fece con i nazisti. Lo devi distruggere, affinché mai più qualcuno possa lanciare missili o sterminare dei giovani che ballano. I palestinesi hanno diritto a vivere bene, certo, e quelli integrati in Israele hanno loro deputati alla Knesset. Tanti altri sono da 60 anni carne da cannone di interessi arabi anti-occidentali. Il paradosso è che tutti i popoli che le nostre anime belle, giovani e meno giovani, sostengono contro di noi vivono peggio di noi, a cominciare dalle donne per finire ai diritti civili.

Le università protestano per fermare le vittime civili: giustissimo. Perché non chiedono ad Hamas di arrendersi, come sarebbe giusto? Come mai una simile intellighenzia non vede che il 7 ottobre è stata la scintilla per attirare Israele nella trappola della vendetta. La strage di Gaza non è il danno collaterale, ma il vero e unico obiettivo dell’attacco a Israele, che adesso è isolata: missione compiuta, sulla pelle dei palestinesi. Allora, cari studenti, davvero siete sicuri di aver capito?

Perché noi, noi no, non ci capimmo un bel niente.

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