
Nel caos dentro e fuori la situation room, Donald Trump, negli ultimi dieci giorni ha dovuto vedersela con una nuova spina nel fianco. Thomas Massie, deputato repubblicano del Kentucky noto per il suo radicalismo pro-armi (è quello della celebre cartolina natalizia con la famiglia armata di fucili semiautomatici), si è trovato improvvisamente al centro del mirino del suo stesso partito. Il motivo? La sua ferma opposizione all'intervento in Iran, pronunciata in un’intervista televisiva in cui ha ribadito il suo principio: “America First, niente guerre inutili”.

Quanto basta a scatenare le ire di The Donald il presidente, che ora lo vuole fuori dai giochi, o meglio, sconfitto alle primarie del 2026. Non a caso, due dei principali luogotenenti del presidente, Chris LaCivita e James Blair, hanno trascorso gli ultimi giorni sui social media promettendo che questo sarebbe stato l'ultimo mandato di Massie al Congresso. "Dovrebbe essere un democratico perché è più vicino a loro che al Partito Repubblicano", ha detto lunedì la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, parlando di Massie su Fox News. "Il MAGA dovrebbe liberarsi di questo patetico PERDENTE, Tom Massie, come se fosse la peste!", rincara la dose il presidente.
I’m going to program my debt badge to display the number of milliseconds that have elapsed since @realDonaldTrump has tweeted at me last. pic.twitter.com/4zeCg3FDT5
— Thomas Massie (@RepThomasMassie) June 23, 2025
A supporto dell’operazione è già nato un super PAC a sostegno di un potenziale sfidante trumpiano per il prossimo anno. Poco importa chi sia, Massie deve andare a casa. La sua posizione ha attirato l'attenzione di diversi attori politici nel Kentucky. TJ Litafik, stratega del GOP locale non coinvolto direttamente nella corsa, ha affermato che Massie potrebbe essere vulnerabile, ma solo se l’opposizione riuscisse a convergere su un candidato forte, cosa che al momento non è ancora avvenuta. Secondo Litafik, però, le discussioni sono in corso e non mancherebbero figure capaci di lanciare una sfida credibile. Uno dei nomi più chiacchierati è quello del senatore dello Stato Aaron Reed, un ex Navy SEAL noto nella zona di Massie. Pur avendo smentito un mese fa l’intenzione di candidarsi, la speculazione sul suo coinvolgimento resta viva.
Massie, 54 anni, originario del West Virginia, ha alle spalle una solida formazione accademica in ingegneria al MIT. Dopo il rientro in Kentucky, nel 2010 ha intrapreso la carriera politica cavalcando l’onda del Tea Party, vincendo le elezioni come giudice esecutivo della contea di Lewis. Due anni dopo, nel 2012, con il ritiro del deputato repubblicano Geoff Davis dal 4° distretto del Kentucky, Massie ha conquistato le primarie repubblicane con un’ampia maggioranza, vincendo sia le elezioni speciali che quelle generali nello stesso giorno e anticipando così l'ingresso alla Camera rispetto agli altri eletti.
Sin dall’inizio ha mostrato un forte spirito indipendente. Una delle sue prime azioni fu votare contro John Boehner per lo speakerato, preferendogli il libertario Justin Amash. Il gesto segnò l’inizio di una carriera caratterizzata da frequenti rotture con la leadership del suo stesso partito. Voti contrari a provvedimenti bipartisan gli valsero il soprannome di “Mr. No”, attribuitogli da Politico nel 2013.
Pur avendo dichiarato sostegno a Trump nel 2016, Massie ha sempre mantenuto un atteggiamento critico e vigile, promettendo di limitarne i poteri in caso di deviazioni costituzionali. Nel 2017, in un’intervista al Washington Examiner, dichiarò "Per tutto questo tempo, ho pensato che stessero votando per i repubblicani libertari. Ma dopo un esame di coscienza, ho capito che quando hanno votato per Rand, Ron [ Paul ] e me in queste primarie, non stavano votando per idee libertarie, stavano votando per il figlio di p----- più pazzo della corsa. E Donald Trump ha vinto come migliore della classe".
Già inviso a Trump per la sua opposizione ai fondi d'emergenza durante il Covid, per ora tiene botta e sceglie di buttarla sul ridere, scrivendo su X che “Trump mi ha attaccato così tanto che
dovrebbe chiedere l’autorizzazione al Congresso”. Dal Gop, tuttavia, nessun commento: nessun collega repubblicano difende il nuovo maverick, mentre qualche esponente democratico si è già congratulato per il coraggio.