Tradizionalisti, religiosi e big tech: ecco quali sono le fazioni della galassia Trump

I gruppi che compongono la coalizione messa in piedi da Trump presentano significative differenze. Quanto durerà l'unità del popolo Maga?

Tradizionalisti, religiosi e big tech: ecco quali sono le fazioni della galassia Trump
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La "tenda" del partito repubblicano di Donald Trump non è mai stata così grande: dai ricchi dirigenti della Silicon Valley alle mamme attente alla salute passando per gli attivisti anti-aborto e i conservatori favorevoli ai tagli di bilancio, nel Gop sembra esserci posto davvero per tutti. Una coalizione eterogenea che, ad oltre otto mesi dal ritorno alla Casa Bianca del tycoon, il Washington Post prova ad analizzare classificandone le varie componenti e mettendo in luce le relative contraddizioni.

Il quotidiano della capitale Usa individua sei fazioni principali che garantiscono il sostegno a The Donald sebbene nei primi 180 giorni del secondo mandato del miliardario siano state protagoniste anche di scontri e tensioni sui dazi, sulle riduzioni delle spese e sugli aiuti all'Ucraina e ad Israele. A garantire la tenuta della maggioranza repubblicana è sempre lui, l'autore dell'"Arte di fare affari" sceso in politica (e dalle scale mobili della sua Trump Tower) nell'estate di 10 anni fa.

I populisti

Il primo dei gruppi individuati dal Washington Post è composto dai populisti Maga, in gran parte provenienti dalla classe operaia dimenticata dal partito democratico e contrari all'immigrazione e alla politica estera interventista. Tra le loro fila ci sono gli elettori più propensi a sostenere la teoria delle elezioni rubate del 2020 e quelli che credono che il sistema politico Usa sia corrotto. Tra gli esponenti populisti più in vista ci sono l'ex consigliere di Trump Steve Bannon, la giornalista di destra Laura Loomer e il vicepresidente J.D. Vance. Per Bannon è la loro "la forza dominante" a destra.

I tradizionalisti

Nel tendone del Gop ci sono poi i repubblicani tradizionalisti sostenitori del libero mercato, di un governo più snello - "il governo non è la soluzione ai nostri problemi: il governo è il problema", diceva Ronald Reagan negli anni Ottanta - e di una politica estera muscolare. I trumpiani più oltranzisti sostengono che i tradizionalisti abbiano perso di rilevanza dopo essere stati travolti dall'onda Maga e che essi si sono adeguati alla linea di The Donald. Non sarebbe però del tutto vero se si considera la loro vittoria sul tema dei tagli fiscali e le loro attività di pressioni per evitare raid anti immigrati in settori economici chiave. Tra gli esponenti di questo gruppo ci sono il leader della maggioranza al Senato John Thune, il senatore Lindsey Graham e i governatori Glenn Youngkin della Virginia e Brian Kemp della Georgia.

I libertari

Se i repubblicani tradizionialisti hanno in generale assecondato il capo del Maga, la stessa cosa non si può dire per gli appartenenti alla fazione libertaria. Tra i suoi membri più in vista ci sono il senatore Rand Paul ed il deputato Thomas Massie che hanno negato il sostegno al Big Beautiful Bill approvato nel corso dell'estate perché a loro dire avrebbe fatto peggiorare il deficit federale. Essi rappresentano una spina nel fianco per l'attuale inquilino della Casa Bianca.

I conservatori sociali

Il quarto gruppo, la destra religiosa, ha avuto un ruolo centrale sin dall'ingresso in politica di Trump ottenendo nel 2022, al tempo del mandato Biden, la vittoria alla Corte Suprema che ha posto fine al diritto costituzionale federale all'aborto. Sino ad ora nella nuova amministrazione repubblicana i conservatori sociali non hanno però avuto un peso così significativo. Impossibile sminuire comunque la loro influenza. Uno di loro, lo speaker della Camera Mike Johnson, è infatti incaricato di far avanzare l'agenda Maga a Capitol Hill.

I tecnocapitalisti

I miliardari di big tech compongono la quinta fazione. Registrata la caduta dall'olimpo di Elon Musk, a dominare sono David Sacks, nominato "zar delle criptovalute" dalla Casa Bianca, e Marc Andreessen, imprenditore della Silicon Valley. C'è però chi fa notare che almeno per il momento la "destra tech" rimane più un insieme di individui che un movimento vero e proprio.

Gli ex dem

Infine, l'ultima fazione è costituita da ex membri del partito democratico come l'attuale segretario alla Salute Robert F.

Kennedy e la responsabile dell'Intelligence Usa Tulsi Gabbard, i quali sono passati all'opposizione anche come reazione all'ideologia woke, a detta loro, imperante nella sinistra americana. Quanto queste sei correnti interne al Gop riusciranno ad andare d'accordo tra loro resta un'incognita. Ad ogni modo, senza il loro contributo difficilmente Trump sarebbe riuscito a cacciare i democratici da Washington.

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