Politica estera

Università e think-tank: così il Qatar influenza le istituzioni occidentali

L'emirato del Qatar, tra gli stati finanziatore di Hamas, ha stanziato milioni di dollari per influenzare i campus delle maggiori università degli Stati Uniti e i più importanti think-tank

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C'è l'ombra del Qatar dietro le manifestazioni pro-Palestina nelle grandi università "liberal" degli Stati Uniti. Dalla George Washington University alla Columbia passando per la Berkley, nelle ultime settimane non sono mancate le tensioni tra tra studenti filo-palestinesi e filo-israeliani nei maggiori campus. Da quando Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa contro Israele, il 7 ottobre scorso, e Israele ha risposto promettendo di sradicare l'organizzazione terroristica palestinese, le tensioni in Medio Oriente si sono riflesse nei campus universitari, da sempre fulcro dell'attivismo politico negli Stati Uniti.

Manifestazioni guidate dagli studenti sono esplose da una costa all'altra della nazione. Martedì scorso, presso la Georgetown University, la polizia è intervenuta per fermare i dimostranti che proiettavano slogan pro-Palestina sul lato di una biblioteca del prestigioso ateneo. L'università ha dichiarato che la protesta ha violato la sua politica e ha causato "disagio" ad alcuni studenti. "Palestina libera dal fiume al mare" si leggeva in uno dei messaggi proiettati sull'edificio: uno slogan a favore dell'indipendenza della Palestina, secondo gli studenti, mentre secondo l'Anti-Defamation League si tratta invece di un'espressione che invoca la distruzione dello Stato di Israele. Ma se gli studenti strizzano l'occhio alla causa palestinese, è anche grazie all'azione mirata del Qatar.

Università e think-tank, pioggia di finanziamenti dall'emirato

Università e think-tank: il Qatar, il piccolo ma ricchissimo emirato della penisola araba che ospita l’ufficio politico di Hamas dal 2012 e ha versato centinaia di milioni di dollari in aiuti alla Striscia di Gaza, ha infatti investito un'ingente quantità di denaro in una larga operazione di soft power nel finanziare le principali Università degli Stati Uniti e i maggiori think-tank che si occupano di politica estera negli States. Secondo uno studio del 2022 della National Association of Scholars, citato da un'inchiesta del magazine Free Press, il Qatar è oggi il più grande donatore straniero alle università americane. Lo studio ha rilevato che tra il 2001 e il 2021, il piccolo emirato ha donato ben 4,7 miliardi di dollari alle università statunitensi: maggiori beneficiari, alcuni dei più prestigiosi atenei del Paese. Si tratta di università che hanno collaborato con il regime qatariota per realizzare il campus nella "città dell'istruzione" di Doha, distretto speciale della capitale del Qatar che ospita sezioni distaccate delle università Usa. I numeri parlano da soli: dal 1997, il Qatar ha donato più di 103 milioni di dollari alla Virginia Commonwealth University per un campus di belle arti mentre, dal 2011, ha stanziato 1,8 miliardi di dollari alla Cornell per una scuola di medicina. E a proposito della già citata Georgetown University, dal 2005 Doha ha stanziato all'ateneo la bellezza di 760 milioni di dollari.

L'obiettivo dell'emirato

Alcune di queste università hanno consolidato la collaborazione con il Qatar negli ultimi anni. La Northwestern University ha un campus a Doha, e vanta una scuola di giornalismo considerata tra le delle migliori al mondo: il legame con Doha è talmente stretto che negli anni è stato siglato un memorandum d'intesa con Al Jazeera, l'emittente televisiva finanziata dal Qatar. Secondo Asher Small, direttore esecutivo dell’Istituto per lo studio dell’antisemitismo e della politica globale, interpellato da Free Press, il finanziamento delle università Usa da parte del Qatar fa parte di uno sforzo molto più ampio per esercitare un'azione di soft power in Occidente. Ma tra chi beneficia del denaro dell'emirato, non ci sono solo le università. Tra i principali e più influenti think-tank c'è il caso del Brookings Institution, che nel 2013 ha ricevuto una sovvenzione quadriennale di 14,8 milioni di dollari per contribuire a finanziare il Brookings Doha Center. Istituto chiuso a seguito di un’indagine dell’Fbi sull'ex presidente del think-tank John Allen, accusato dai federali di aver svolto attività di lobbying a favore di Doha non dichiarata. Insomma, una rete capillare di denaro che serve a promuovere i valori del Qatar negli Usa e nel mondo.

Un'azione che si sta rivelando piuttosto efficace, a giudicare dalle proteste pro-Palestina negli Stati Uniti.

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