Libia, Sudan, Niger: ecco le nuove rotte dei migranti

Situazione che preoccupa in Libia: aumentano i flussi dalle coste della Tripolitania e, al tempo stesso, aumentano gli arrivi di migranti dal Sahel e dal Sudan

Libia, Sudan, Niger: ecco le nuove rotte dei migranti
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I numeri dicono che il trend degli sbarchi in questo primo scorcio del 2024 è in costante diminuzione rispetto allo scorso anno. Dal primo gennaio a oggi sono sbarcati in Italia 4.045 migranti, a fronte dei 9.141 dello stesso periodo del 2023. Questo però non segna la fine dell'emergenza, né tanto meno fa dormire sonni più tranquilli al Viminale. Lo spettro di nuovi incrementi del numero degli arrivi è dietro l'angolo e i pericoli maggiori arrivano dalla Libia.

Soltanto dalla Tripolitania, la regione occidentale del Paese nordafricano, sono arrivati quasi tremila migranti. Qui i trafficanti di esseri umani stanno incrementando i propri affari. Anche perché da sud stanno arrivando nuovi flussi migratori, soprattutto dal Niger e dal Sudan.

La Libia sorpassa la Tunisia

La diminuzione riscontrata in queste prime settimane dell'anno è dovuta unicamente alla congiuntura interna e internazionale riguardante la Tunisia. Da qui nel 2023 sono partiti più del 60% dei barconi arrivati in Italia, adesso però la guardia costiera agli ordini del presidente tunisino Kais Saied ha ripreso a pattugliare i principali porti del Paese. Le forze di sicurezza, dal canto loro, da settimane sono impegnate in azioni di contrasto e repressione delle organizzazioni di trafficanti.

In poche parole, la Tunisia ha iniziato a fare ciò che non ha fatto l'anno scorso: ossia, controllare la situazione. Saied ha dato ordine di bloccare il flusso irregolare diretto verso l'Italia e oggi le coste sono tornare a essere meno frequentate di quelle libiche. In Tripolitania invece sta accadendo l'esatto opposto: le partenze stanno aumentando, al pari degli affari per i trafficanti di esseri umani.

Così come descritto dal Viminale, il numero di migranti salpati dalla Libia nel 2024 è aumentato del 7.9%. E la tendenza sembra destinata ad aumentare. Si parte da Zawiya, Zuara e Sabrata, tutte località a ovest di Tripoli già ben note per ospitare le basi delle più temibili organizzazioni criminali legate al traffico di esseri umani. Una situazione che preoccupa, anche perché la Libia è ben lontana dall'essere riappacificata: al contrario, il Paese è sotto il controllo di milizie e gruppi non sempre rispondenti ai dettami del governo centrale.

L'aumento dei migranti dal Sudan e dal Niger

A preoccupare è anche ciò che sta accadendo lungo i confini meridionali della Libia. Sempre più migranti stanno entrando dal Niger, qui dove il governo locale, insediatosi nel luglio scorso con un golpe, ha depenalizzato l'immigrazione. Niamey, in particolare, ha abrogato la legge approvata nel 2015 che considerava illegale ogni aiuto offerto alle persone per oltrepassare senza documenti le frontiere con la Libia. Il rischio quindi è che il traffico di esseri umani torni a passare dal confine libico-nigerino, contribuendo ad aumentare così la pressione sulle coste.

C'è poi, sempre nel sud della Libia, un altro versante da non trascurare che riguarda il Sudan: dallo scorso aprile il Paese è preda della guerra civile, con migliaia di persone costrette alla fuga.

Intere carovane si stanno spostando proprio verso il confine con la Libia, con l'oasi di Al Kufra sempre più trasformata in un hub di transito dell'immigrazione. Anche questo potrebbe portare ben presto numerosi migranti a riversarsi lungo le coste e a cercare un barcone da cui poter salpare alla volta dell'Italia.

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