In diretta tv viene citata Liliana Segre e Francesca Albanese se ne va

Il tutto è avvenuto negli studi di La7 durante il programma InOnda mentre si discuteva di guerra in Palestina

In diretta tv viene citata Liliana Segre e Francesca Albanese se ne va
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Caos nello studio di InOnda su La7, quando durante una discussione sulla guerra arabo-israeliana viene citata la senatrice a vita Liliana Segre. Sono giorni caldi in cui il tema è all'ordine del giorno, si continua a parlare di genocidio nonostante non esistano prove e non ci siano i presupposti, il tutto con sullo sfondo le trattative di pace portate avanti da Donald Trump. Nel momento in cui Francesco Giubilei, presente in studio, ha menzionato la senatrice a vita che, come è noto, è stata tra gli italiani deportati nei campi di concentramento, che ha una visione sul genocidio molto chiara che contrasta con quella di chi crede che sia in corso e non ammette repliche, la Relatrice Speciale dell'Onu Francesca Albanese è uscita dallo studio.

È stata questione di attimi, non c'è stato nemmeno il tempo di avanzare un contraddittorio e di provare a discutere, perché Albanese senza salutare ha lasciato lo studio ed è uscita, sostenendo di avere un altro appuntamento. Luca Telese ha cercato di mettere una pezza al comportamento dell'ospite, sostenendo che era già in programma che se ne andasse alle 21, ma probabilmente ci si aspettava che almeno salutasse e non che se ne andasse rapidamente e subito dopo che si è pronunciato il nome di Segre. Non è la prima volta oggi che accade, perché lo stesso Telese ha abbandonato lo studio in disaccordo con Capezzone, ma sta diventando sgradevole come atteggiamento.

La guerra a Gaza è una tragedia umana enorme che non si nega, la fame e la distruzione sono sotto gli occhi di tutti e infatti gli attori internazionali stanno lavorando per arrivare a una pace che sia però giusta e duratura. La proposta di Trump è in discussione ma non ancora ufficialmente accettata, però ci sono le trattative.

Per quanto riguarda il genocidio né l'Onu e nemmeno lo Stato del Vaticano lo hanno riconosciuto, come al contrario è accaduto in altri conflitti. Il futuro farà chiarezza ma ora l'importante è arrivare alla pace ma anche rispettare le discussioni e rispettare chi ha pensieri diversi.

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