Iran, Gruppioni (FdI): “Per un Iran finalmente libero e democratico con Maryam Rajavi”

Alla Camera si è tenuta la conferenza “Il futuro dell’Iran tra dialogo e geopolitica” con il CNRI. Gruppioni: Italia sostenga chi lotta per una transizione democratica contro il regime iraniano

Iran, Gruppioni (FdI): “Per un Iran finalmente libero e democratico con Maryam Rajavi”
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Nella prestigiosa Sala della Regina della Camera dei Deputati si è svolta il 30 luglio 2025 la conferenza “Il futuro dell’Iran tra dialogo e geopolitica”. Un appuntamento che ha visto la partecipazione di parlamentari, attivisti, studiosi e rappresentanti del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), oggi considerato la principale forza d’opposizione al regime teocratico di Teheran.

A portare il contributo delle istituzioni italiane è stata, tra gli altri, l’On. Naike Gruppioni, che ha sottolineato l’importanza politica dell’iniziativa: “Il Parlamento italiano ha il dovere di ascoltare e dare spazio alle voci che rappresentano la libertà e la dignità dei popoli. Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana è oggi la principale realtà politica d’opposizione al regime teocratico. Questa conferenza vuole essere un segnale chiaro: l’Italia riconosce e guarda con attenzione verso chi propone una transizione democratica, pacifica e inclusiva in Iran”.

Secondo Gruppioni, ciò che distingue il CNRI da altre forme di opposizione è la sua coerenza e credibilità. Una coalizione fondata nel 1981 che non si è mai piegata né alla monarchia né alla dittatura religiosa, e che continua a offrire una proposta politica concreta. Al centro di questa visione, il piano in dieci punti della presidente eletta Maryam Rajavi: “È un programma che parla di diritti, Stato laico, parità di genere, giustizia indipendente e non proliferazione nucleare. Una proposta chiara, credibile, costruita con determinazione e lungimiranza”.

Molto spazio è stato dedicato alla figura di Maryam Rajavi, leader del movimento. “Non è solo un simbolo – ha affermato Gruppioni – ma una figura autorevole. Una donna, eletta democraticamente, alla guida di un movimento di resistenza. Il suo ruolo rafforza l’idea che la partecipazione femminile sia parte essenziale della costruzione democratica, e rende più credibile l’intero progetto del CNRI”.

Nel suo intervento, Gruppioni ha anche riflettuto sul ruolo che l’Italia e le istituzioni europee possono assumere in questo contesto. “L’Italia può e deve promuovere, anche in sede europea e multilaterale, una linea di dialogo selettivo che eviti di legittimare regimi oppressivi e valorizzi i soggetti democratici. Il popolo iraniano ha diritto all’autodeterminazione. E oggi il CNRI, con l’OMPI/MEK e le sue unità civili, è la realtà più strutturata e credibile per accompagnare questo processo”.

La conferenza è stata anche occasione per ricordare il sacrificio di Mehdi Hassani e Behrouz Ehsani-Eslamloo, due giovani attivisti del MEK giustiziati dal regime solo due giorni fa. Non è stato osservato un minuto di silenzio, ma l’onorevole Gruppioni ha voluto offrire una proposta alternativa, carica di significato: “Il silenzio non ha mai combattuto un regime. Forse serve un minuto di applausi. Mehdi e Behrouz non sono solo vittime: sono esempi di coraggio civile, il volto di una gioventù che sfida l’oppressione a mani nude, per un’idea di giustizia e libertà”. L’applauso partito dalla Sala è stato, nelle sue parole, “un gesto di riconoscimento, non solo di dolore. Come a dire: vi abbiamo visto, vi onoriamo, siamo al vostro fianco”.

La conferenza si è conclusa con un messaggio che ha superato i confini della politica. La presenza del CNRI alla Camera non è stato soltanto un atto formale, ma l’espressione di una coscienza collettiva che riconosce il valore umano e universale di una lotta per la libertà. Come ha affermato l’onorevole Gruppioni, “davanti al coraggio di chi si batte a mani nude contro l’oppressione, non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo essere presenti, dobbiamo farci sentire”.

È da questo senso profondo di responsabilità morale che nasce l’incontro di oggi: non solo un gesto simbolico, ma un segno tangibile di vicinanza, di rispetto e di impegno verso una battaglia che riguarda tutti noi, perché parla alla dignità dell’essere umano ovunque nel mondo.

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