"Leader eccezionale". Anche l'Economist incorona Giorgia Meloni

Il celebre settimanale britannico riconosce i risultati del governo, dalla coesione della maggioranza al ruolo chiave in Europa

"Leader eccezionale". Anche l'Economist incorona Giorgia Meloni
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Giorgia Meloni continua a collezionare apprezzamenti a livello internazionali. Questa è la volta dell’Economist: il responsabile per l’Europa Christopher Lockwood ha posto l’accento sulla stabilità dell’attuale governo italiano e sul percorso politico del presidente del Consiglio. In apertura, il giornalista ha osservato che la "Meloni ha ottenuto qualcosa che molti pochi premier italiani hanno ottenuto: stabilità politica", ricordando che l’esecutivo guidato dalla leader di FdI ha recentemente superato i tre anni di attività, diventando uno dei più longevi della Repubblica nonché "il premier più longevo in circa 15 anni".

Intitolato “Ecco perché Meloni è un politico eccezionale”, il video pubblicato dall’Economist include brevi sequenze con dichiarazioni della stessa Meloni e un passaggio in cui Donald Trump la elogia. Nel suo commento, Lockwood ha descritto un governo che si è dimostrato più moderato rispetto alle previsioni di quanti temevano una deriva radicale. L’esecutivo guidato dalla Meloni è "più moderato del caos neofascista che i suoi detrattori liberali temevano" e l’Italia ha rafforzato la propria presenza nei principali contesti diplomatici europei, ha aggiunto Lockwood, evidenziando che "anche il presidente Trump la ascolta", un risultato che definisce "sorprendente considerando le radici di Meloni nell'estrema destra".

L’analisi dell’Economist ha acceso i riflettori sulle tappe principali della carriera politica del premier: l’ingresso nell’Msi "quando aveva solo 15 anni", la nomina a ministra nel 2008 da parte del premier Silvio Berlusconi, che la portò "a 31 anni" a essere "il ministro italiano più giovane di un governo del dopoguerra", e la successiva separazione dal centrodestra berlusconiano. Il video ha inoltre ricordato la fondazione di Fratelli d’Italia nel 2012 e la trasformazione del partito che, dal 2014, anno in cui Meloni diventa presidente, passa da formazione marginale a forza politica di primo piano, fino alla vittoria elettorale del 2022.

Lockwood si è soffermato anche sulla gestione della coalizione. Il governo attuale è descritto come una maggioranza eterogenea che comprende, oltre a FdI, "Forza Italia, un partito più centrista, e la Lega, un partito di destra euroscettico, con tendenze filo-russe". A suo avviso, la presenza di questi partner potrebbe costituire un elemento in grado di frenare eventuali scelte radicali. Il giornalista ha sostenuto inoltre che Meloni avrebbe attenuato l’euroscetticismo dell’esecutivo tenendo conto del ruolo dei fondi europei, ricordando che l’Italia ha ricevuto "la quota maggiore di un fondo Ue per aiutare i Paesi nella ripresa dopo il Covid, 194 miliardi di euro". Secondo Lockwood, questa linea più prudente comporterebbe però una limitata capacità riformatrice: "Il prezzo per questa moderazione, tuttavia, è la mancanza di riforme".

Il video dell’Economist si è soffermato anche sulla crescita economica. Lockwood ha osservato che "la sua amministrazione non fa, o cambia, molto" e che questa impostazione potrebbe avere effetti nel medio periodo, soprattutto in presenza di una crescita prevista allo 0,7%, dato che alimenta interrogativi su cosa accadrà "quando finiranno i soldi" del piano europeo.

In conclusione, l’autore ha elogiato l’approccio politico della Meloni: "A livello politico, l'equilibrismo di Meloni le sta dando buoni frutti. Resta contraddittoria, tra momenti di fuoco populista e buonsenso moderato in altri. Per ora, sembra funzionare". Con buona pace dei gufi...

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