L'Ue frena su muri e recinzioni anti migranti: "Non li finanzieremo"

Un portavoce della commissione europea ha chiarito la posizione di Bruxelles dopo alcune indiscrezioni trapelate ieri dall'Austria e dai Paesi Bassi

L'Ue frena su muri e recinzioni anti migranti: "Non li finanzieremo"

Bruxelles ha definitivamente chiarito la sua posizione riguardo al muro che si vorrebbe costruire tra Turchia e Bulgaria: la commissione non finanzierà alcuna opera del genere. Lo ha dichiarato nelle scorse ore il portavoce dell'esecutivo europeo, Eric Mamer. In questo modo le massime autorità politiche Ue hanno spento sul nascere ogni indiscrezione riguardante un finanziamento comunitario per rinforzare la frontiera bulgara. Un'indiscrezione nata nei giorni scorsi dalle dichiarazioni dei governi di Austria e Paesi Bassi, secondo cui è doveroso iniziare a discutere in sede europea della costruzione di nuove barriere anti migranti.

Le parole del rappresentante della commissione

"La Commissione non finanzierà muri". Ha subito esordito così il portavoce Eric Mamer, sollecitato sull'argomento durante una conferenza stampa tenuta questa mattina a Bruxelles. I motivi della perentoria presa di posizione della commissione sarebbero due: uno di natura giuridica e l'altro invece politica.

Nel primo caso, il riferimento è al fatto che la questione relativa al rafforzamento delle barriere interessa soltanto gli Stati membri. "Spetta agli Stati membri determinare quali sono i modi migliori per adempiere ai loro obblighi di protezione delle frontiere - ha dichiarato Mamer - L'Ue è lì per sostenerli in questo quadro".

Nel secondo caso invece, appare palese come l'attuale esecutivo comunitario non ritenga adeguata o comunque suggeribile la costruzione di veri e propri muri. "La Commissione - ha infatto proseguito il portavoce - finanzia misure e azioni che contribuiscono alla buona protezione dei suoi confini, comprese le infrastrutture mobili e fisse, ma non finanzierà la costruzione di muri".

"Con muro - ha infatti poi sottolineato Mamer - stiamo parlando di una infrastruttura fissa che tiene fuori le persone. Una struttura fatta di mattoni o di qualsiasi altro materiale, mentre quando si parla di recinzioni è una cosa diversa. Ma al di là delle parole stiamo parlando del fatto che non finanzieremmo una infrastruttura che consideriamo un muro, cioè qualcosa che tiene fuori le persone".

"In ogni caso gli Stati membri - ha concluso il portavoce della commissione europea -hanno l'obbligo di garantire che le persone che cercano un rifugio sicuro in Europa possano venire in Europa a registrare la richiesta di asilo, quindi si tratta di questioni che non sono semplicemente bianche o nere".

La posizione di Austria e Paesi Bassi

Della costruzione di una nuova barriera ai confini orientali dell'Ue si è parlato nei giorni a cavallo dell'ultimo consiglio dei ministri dell'Interno europei. Il primo a farne riferimento è stato il cancelliere austriaco, Karl Nehammer. Quest'ultimo, preoccupato dell'aumento del flusso migratorio dalla rotta balcanica, ha proposto un'iniziativa europea per costruire un muro tra Turchia e Bulgaria. Da qui infatti passerebbero buona parte dei migranti provenienti dal Medio Oriente e diretti verso l'Europa centrale e settentrionale. Con l'Austria a essere particolarmente coinvolta dalla tratta. "L'Unione Europea - si legge nelle dichiarazioni da parte di alcune fonti del governo di Vienna - deve farsi carico del muro tra il territorio bulgaro e quello turco".

Posizione condivisa dai Paesi Bassi. Ieri a Stoccolma, dove si è tenuto il consiglio dei ministri dell'Interno, il ministro olandese Eric Van Der Burg ha sollecitato l'Ue a farsi carico della nuova barriera.

"La costruzione di una barriera al confine tra Bulgaria e Turchia - si legge nelle dichiarazioni del ministro - è una questione importante per la Grecia e alcuni altri Paesi come l'Austria che preme per questa soluzione per limitare l'arrivo di migranti senza permesso di soggiorno. Per noi quella del muro è una concreta possibilità".

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